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La sonda Hayabusa 2 è tornata a terra

Rientro Hayabusa 2

La sonda Hayabusa 2 torna a terra con il materiale raccolto sull’asteroide Ryugu. Tutto è andato secondo i piani ed ora non ci resta che scoprire cosa è stato riportato a terra dall’asteroide. Inoltre, insieme alle rocce e ai campioni di terreno, all’interno della capsula c’era anche una sorpresa inaspettata.

La missione giapponese

La sonda Hayabusa 2 era partita il 2 dicembre 2014, diretta verso l’asteroide Ryugu. Ryugu è un piccolo asteroide scoperto nel 1999 che orbita attorno al Sole, tra l’orbita terrestre e quella marziana.

Essendo così vicino alla Terra il piccolo asteroide, di appena 920 metri, è stato sin da subito un ottimo candidato per una missione di campionamento.

Hayabusa 2 sull'asteroide
Hayabusa 2 ha portato a termine due missioni di campionamento sull’asteroide Ryugu

E la missione in questione è arrivata dal Giappone. La missione ha avuto luogo nel corso del 2019. A febbraio e a luglio 2019 si sono svolte le due missioni di campionamento. Portate brillantemente a termine dalla sonda giapponese Hayabusa 2.

La prima raccolta di materiale è avvenuta sulla superficie. La seconda in profondità. Per la seconda missione di campionamento, Hayabusa 2 ha perforato la superficie dell’asteroide, grazie a un proiettile in rame, creando un piccolo cratere dal quale estrarre il materiale. Questo secondo campionamento è molto importante, perché il materiale raccolto in profondità non è alterato dalle radiazioni cosmiche.

Il rientro della capsula di Hayabusa 2 a terra

Terminate le sue due missioni sull’asteroide Ryugu, la sonda Hayabusa ha fatto dietro front, riprendendo la strada di casa.

Atterraggio capsula
La capsula riportata a terra dalla sonda è atterrata nell’Australia meridionale

Un viaggio di 5 miliardi e 273 milioni di chilometri. In realtà la sonda Hayabusa non è tornata a terra. Ha eseguito solo un piccolo fly by nell’atmosfera terrestre, durante il quale ha lasciato cadere una capsula contenente il prezioso carico.

La capsula si è separata senza alcun problema dalla sonda principale ed è rientrata nell’atmosfera terrestre, atterrando il 6 dicembre scorso, alle 18:50 (ora italiana), nell’Australia meridionale.

Il team che si è occupato della raccolta della capsula ha postato sui social il successo dell’atterraggio. “Capsula recuperata! L’elicottero del team ci ha immediatamente portati nel luogo identificato dal DFS Team. Hanno cercato per la capsula caduta utilizzando le onde radio e le mappe. Grazie! – Collection Team M”.

Il rientro della capsula
Il team ha recuperato la capsula e il suo prezioso contenuto

Ora Hayabusa proseguirà il suo viaggio. La sonda è ancora piena di carburante ed è pronta ad affrontare la sua ultima missione. Ora sta volando verso il piccolissimo asteroide 1998KY26. Oltre alla sfida affascinante di far atterrare una sonda terrestre su un minuscolo sassolino di appena 30 metri, Hayabusa nella sua ultima missione cercherà di capire come evitare che asteroidi vaganti arrivino accidentalmente sul pianeta Terra.

Cosa c’è all’interno della capsula riportata a terra da Hayabusa 2?

La capsula, invece, è stata portata al Sagamihara Campus, di Tokyo, dove è stata aperta, rivelando il suo contenuto.

Materiale della capsula
La capsula è stata portata al campus di Tokyo dove è stata aperta

Ad un primo sguardo, gli scienziati sono rimasti piacevolmente sorpresi dal contenuto della capsula. Innanzitutto per l’abbondanza di materiale, molto di più di quello che si aspettavano di trovare al suo interno. E poi per le dimensioni di questo. all’interno della capsula riportata da Hayabusa 2, infatti, non c’erano solo polvere e granelli, come ci si aspettava, ma anche del materiale un po’ più grande, ciottoli neri e marroni, di varie forme e dimensioni.

Ora gli scienziati studieranno approfonditamente il materiale raccolto, che potrebbe fornirci interessanti informazioni sulla nascita del nostro sistema solare.

Ma oltre al materiale “visibile”, gli scienziati hanno avuto anche una grande sorpresa nell’aprire la capsula. Al suo interno, infatti, c’era anche del materiale invisibile.

Un gas extraterrestre, che nulla ha a che fare con i gas terrestri. È la prima volta in assoluto che del gas extraterrestre viene riportato sulla Terra. Ancora non è stato determinato il tipo (o i tipi) di gas in questione.

Il materiale sarà condiviso con gli scienziati delle altre agenzie spaziali, così da poterlo studiare al meglio e da poterci ricavare tutte le informazioni possibili.

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