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Tiangong-1: il rientro senza danni della stazione spaziale cinese

Tiangong-1 la stazione spaziale cinese

Tiangong-1, la stazione spaziale cinese, il cui nome sta ad indicare letteralmente “Tempio del cielo”, è stata lanciata in orbita il 29 Settembre del 2011. Programmata per avere la funzione di laboratorio e attracco delle navette Shenzhou. Nei primi due anni di vita del Tiangong-1, la stazione ha visto svolgersi tre missioni: lo Shenzhou 8, senza equipaggio umano, ed i due successivi, Shenzhou 9 e Shenzhou 10, con equipaggio umano a bordo, i quali hanno abitato la stazione rispettivamente 13 e 11 giorni. Dopodiché la stazione ha continuato, seppur disabitata, ad inviare dati relativi alle missioni avviate. A fine Marzo del 2016, la Cina perde tutti i contatti con la stazione, divenendo impossibile il rientro controllato della stessa ed iniziando, così, una discesa verso il pianeta Terra, che ha lasciato tutti con il fiato sospeso, soprattutto negli ultimi giorni, prima del rientro, fortunatamente senza danni a cose e persone, avvenuta la notte del 2 aprile del 2018, alle ore 2:16 italiane, nelle acque dell’Oceano Pacifico Meridionale, tra le isole Cook e Tahiti.

La paura in Italia

Essendo l’Italia interessata dall’orbita di rientro della stazione cinese, quest’ultima ha qui tenuto tutti con il fiato sospeso e gli occhi al cielo, durante tutto il weekend di Pasqua. Per giorni, infatti, si è continuato a ripetere che il Tiangong-1 potesse precipitare nell’Italia centromeridionale. Inizialmente il rientro ipotetico della stazione era stato previsto per la mattina di Pasqua, ma questa ha sorvolato i cieli italiani senza danni ed ha continuato imperterrita la sua corsa, permettendo però di iniziare piano piano a restringere il campo. È dalle prime ore della mattina Pasquale, infatti, che il punto di rientro ha iniziato a restringersi, fino ad escludere quasi definitivamente l’Italia, nelle tarda serata di Domenica, lasciando solamente in dubbio il bacino del Mediterraneo, che ancora comprendeva l’isola di Lampedusa (in territorio italiano) e Malta. Ritenendo, infine, l’Italia definitivamente fuori pericolo solamente nelle ultimissime ore di vita del satellite.

L’agenzia aerospaziale italiana ha dimostrato di avere i numeri giusti

Nonostante alla fine l’Italia non sia più stata interessata dal rientro del Tempio del Cielo, l’agenzia aerospaziale italiana ha dimostrato di avere i numeri giusti per eccellere in questo campo. Avevamo in realtà già da tempo dimostrato ampiamente di poter eccellere in campo aerospaziale, grazie a menti eccelse che hanno lavorato con diverse agenzie aerospaziali, come l’americana NASA. Il rientro del Tiangong-1, inoltre, è stato come una sorta di prova, che ha visto all’opera per la prima volta il SST (Space Surveillance and Tracking Support), agenzia di controllo spaziale europea, alla quale l’Italia collabora assieme a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Per monitorare il tutto, infatti, sono entrati al lavoro i radar spagnoli e il radiotelescopio dell’Istituto nazionale di Astrofisica di Bologna. La prova generale dello SST può ritenersi superata a pieni voti, il rientro incontrollato del Tiangong è infatti, ad oggi, quello che meglio è stato monitorato. Inoltre, i dati forniti dall’italiano Cnr (Centro nazionale delle ricerche) sono risultati essere impeccabili.

Le beffe del web

Il web si è mostrato particolarmente interessato al rientro del Tiangong, e, un po’ per scaramanzia ed un po’ per esorcizzare la paura, i maggiori social network si sono riempiti di battute a riguardo. Alcuni dicono a proposito del mancato rientro in territorio italiano: “Pure i detriti spaziali ci schifano”, “Tranquilli è Pasquetta, se la stazione spaziale cinese cade da Roma in giù grigliamo anche quella”, “Frammenti della stazione spaziale cinese sono caduti sulle strade di Roma e hanno ripristinato il manto stradale”, e tante altre.

Infine il terrificante rientro spettacolare

Il rientro della stazione spaziale cinese ha tenuto tutti con gli occhi al cielo, non solo per la paura di uno schianto al suolo, ma anche per assistere ad uno spettacolo impareggiabile. L’Italia, d’altro canto non ha potuto assistere allo spettacolo finale, ma chiunque abbia alzato gli occhi al cielo la notte che precedeva la Pasqua è riuscito a scorgere il suo passaggio sui cieli italiani. Tiangong-1 ha, infine, finito il suo viaggio nell’Oceano Pacifico meridionale la notte tra Pasqua e Pasquetta, regalando uno spettacolo tanto magnifico quanto terrificante, il quale fortunatamente non ha creato danni di alcun tipo.

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