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Leonardo: il supercomputer italiano

Il quarto supercomputer più potente del mondo

Leonardo

È italiano il quarto supercomputer più potente del mondo. Leonardo (questo è il suo nome) è stato ufficialmente presentato nelle scorse settimane ed è ospitato dal Tecnopolo di Bologna.

Europa potenza di calcolo

L’Europa diventa una vera e propria potenza di calcolo, dato che ospita due dei supercomputer più potenti al mondo.

Oltre al nostro italiano Leonardo, c’è infatti anche il finlandese Lumi. L’Unione Europea diventa la prima potenza di calcolo e la prima ad avere ben due supercomputer. Lumi è al terzo posto e Leonardo al quarto. Sopra di loro solamente l’americano Frontier, che si trova in Tennesse, e il giapponese Fugaku, ospitato dall’istituto Riken.

L’inaugurazione di Leonardo

L’assemblaggio del supercomputer Leonardo è iniziato a Luglio, quando, al Tecnopolo di Bologna, sono stati consegnati 155 rack e migliaia di componenti, per un valore totale di 240 milioni di euro.

Leonardo
Quarto supercomputer più potente del mondo

Dopo il lavoro di assemblaggio, durato alcuni mesi, Leonardo è stato acceso lo scorso ottobre, e inaugurato a novembre.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Siamo parte della storia, non spettatori, con il supercalcolo dobbiamo essere lì dove si compete, ma il supercalcolo è un mezzo, a fare la differenza sono le persone. I sogni sono possibili solo da grandi dimostrazioni di valore come quelle mostrati dagli uomini e dalle donne che hanno lavorato a questo progetto divenuto realtà”, ha detto durante il suo discorso inaugurale Anna Maria Bernini, Ministro per l’Università e la Ricerca.

Il supercomputer voluto dall’Italia e dall’Europa

Leonardo è ospitato dal Tecnopolo di Bologna ed è gestito dal Cineca, ma la sua realizzazione è stata possibile grazie a tutti gli investitori e i finanziatori che hanno creduto in lui.

Leonardo è finanziato per metà dall’Unione Europea, con l’EuroHPC, l’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni. Per l’altra metà è finanziato dal Ministero per l’Università e la Ricerca, dall’Infn (l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e dalla SISSA (la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati).

Inoltre, il Tecnopolo di Bologna ospita il supercomputer grazie ai finanziamenti della Regione Emilia Romagna. Gli investimenti da parte della regione sul Tecnopolo hanno reso quest’ultimo un ateneo all’avanguardia, che già ospita il Data Center del Centro Meteo Europeo, l’Agenzia Italiana Meteo, l’i-Fab Fondazione internazionale Big Data e intelligenza artificiale, l’Infn, il Cineca e il Cnr. Con l’inaugurazione di Leonardo è previsto l’arrivo di 1500 ricercatori provenienti da tutto il mondo.

Leonardo al servizio della scienza

Ora Leonardo è ufficialmente operativo. Ma di cosa si occuperà il supercomputer italiano?

Leonardo
Leonardo

Leonardo può eseguire un miliardo di miliardi di operazioni al secondo e quest’enorme potenza di calcola sarà al servizio dell’Italia e dell’Unione Europea.

Il supercomputer sarà al servizio della scienza, della ricerca, della fisica, dell’astronomia, delle scienze della Terra e della meteorologia. Ma verrà utilizzato anche in settori nuovi e avanguardistici, come l’intelligenza artificiale, le fonti di energia rinnovabile, lo studio sui cambiamenti climatici, la medicina personalizzata, le previsioni meteorologiche. E ancora, si occuperà di genomica, di gemelli di città e della Terra, delle previsioni di eventi naturali estremi, ecc.

Leonardo e l’istituto italiano di geofisica

Il supercomputer sarà a disposizione di tutti gli istituti presenti al Tecnopolo, ma anche di tutta l’Italia e di tutta l’Unione Europea.

Il supercomputer sarà a disposizione della comunità scientifica e sarà anche uno dei nostri nodi principali della futura infrastruttura nazionale di supercalcolo che verrà realizzata da Icsc, il centro nazionale di Hpc, Big Data e quantum computing”, spiega Antonio Zoccoli, Presidente dell’Infn.

Leonardo verrà utilizzato anche dall’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “La possibilità di elaborare quantità finora inimmaginabili di dati apre nuovi orizzonti e nuovi spazi di ricerca”, ha commentato Micol Todesco, dell’Ingv.

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