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L’agenzia spaziale europea ha recentemente inaugurato il suo nuovo supercomputer. Vediamo insieme come funziona e cosa sarà in grado di fare Space HPC, il supercomputer dell’ESA.
Space HPC in Italia
Il nuovo supercomputer dell’agenzia spaziale europea è stato inaugurato e acceso lo scorso 12 marzo, segnando una tappa fondamentale per l’ESA per spingere i confini dell’innovazione per le attività spaziali europee.
Space HPC è un ambiente di calcolo ad alte prestazioni, progettato per potenziare la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico dell’ESA, ma non solo. Il supercomputer potrà offrire supporto alle piccole e medie imprese, nel panorama dell’innovazione e della collaborazione con l’industria spaziale europea.
Il supercomputer si trova in Italia, presso ESRIN, a Frascati, in provincia di Roma. L’acronimo HPC sta per High Performance Computing.
L’inaugurazione
Space HPC è stato inaugurato lo scorso 12 marzo 2025, nella sede italiana dell’agenzia spaziale europea a Frascati.

La cerimonia è stata presieduta dal Direttore Generale dell’ESA, Josef Aschbacher. Insieme a lui erano presenti il Presidente dell’ASI, l’agenzia spaziale italiana, Teodoro Valente, il Presidente del Consiglio dell’ESA, Renato Krpoun, e la Direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra e Responsabile di ESRIN, Simonetta Cheli.
Erano, inoltre, presenti molti altri scienziati che hanno collaborato al progetto, alla realizzazione di Space HPC e i quali hanno condotto i primi test con il supercomputer.
Cos’è Space HPC
Space HPC, acronimo di High Performance Computing, è un sistema di calcolo potenziato o un ambiente di calcolo ad alte prestazioni, comunemente chiamato, semplicemente, un supercomputer.
Il suo scopo principale è quello di aiutare l’agenzia spaziale europea a migliorare i suoi programmi scientifici e quelli dei suoi partner. Esso, infatti, è in grado di raccogliere, gestire, interpretare e mettere insieme velocemente ed efficientemente un’enorme quantità di dati.
Il supercomputer dell’ESA, oltre a combinare insieme diverse tecnologie all’avanguardia, è sostenibile ed efficiente anche dal punto di vista energetico.
Esso è dotato di circa 34 mila core CPU e di 108 schede grafiche, garantendo una potenza totale di 5 petaflop. Inoltre, esso ha oltre 6 petabyte di memoria di archiviazione e 156 terabyte di Ram, oltre a un eccellente raffreddamento al lidio.
Cosa farà il supercomputer dell’ESA
“Il supercomputer dell’ESA sarà il punto di riferimento centrale dell’agenzia per qualsiasi esigenza di calcolo ad alte prestazioni legata alla ricerca e sviluppo, sia per le direzioni dell’ESA che per i nostri partner industriali. Il programma di osservazione della Terra, il più grande dell’agenzia, è naturalmente un attore chiave” – Simonetta Cheli.

Space HPC non sarà utilizzato solamente per le missioni e i programmi spaziali dell’agenzia, ma anche, e soprattutto, per controllare e monitorare lo stato di salute del pianeta Terra e garantire protezione e sicurezza per i suoi abitanti.
I suoi utilizzi al momento si concentrano proprio su temi come cambiamento climatico, sicurezza e ambiente. Nel corso dei primi test il supercomputer è stato utilizzato, ad esempio, per monitorare l’idrologia del Mar Mediterraneo.
Proprio il nostro Mar Mediterraneo, infatti, è considerato uno dei principali hot spot del cambiamento climatico e grazie alla potenza di calcolo di Space HPC è stato possibile costruire uno scenario ipotetico del tipo “cosa succederebbe se…”.
Un secondo studio è stato effettuato sull’emergenza alluvione che colpì Valencia nello scorso ottobre e sull’emergenza incendi che hanno recentemente colpito Los Angeles. In entrambi i casi il supercomputer è stato in grado di individuare quali sarebbero stati i quartieri più colpiti.
Pensato per tutti
Space HPC non servirà solo a potenziare e migliorare le missioni e i progetti dell’agenzia spaziale, ma anche di tutti i suoi partner, con l’obiettivo di potenziare l’innovazione comunitaria.
“L’HPC consentirà agli attori industriali di ridurre i rischi legati ai dati, alla modellazione e alle simulazioni, supportando lo sviluppo di applicazioni di ricerca e garantendo un ambiente sicuro per la collaborazione industriale, rafforzando al contempo la competitività europea nell’innovazione e nella ricerca”.