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I nuovi robot della NASA

Mini rover capaci di lavorare insieme e prendere decisioni in autonomia

Robot NASA

La NASA sta lavorando su una nuova crew, in grado di lavorare insieme come un gruppo, di prendere decisione e di risolvere qualsiasi tipo di problema. No, non stiamo parlando di astronauti umani, ma di robot. Scopriamo insieme i nuovi robot della NASA.

Il progetto CADRE e il progetto VIPER

La realizzazione di questi nuovi robot della NASA prende vita all’interno del progetto CADRE, Cooperative Autonomous Distributed Robotic Exploration.

Gli ingegneri della NASA che stanno lavorando ai robot CADRE stanno lavorando anche a un altro progetto, in simultanea. Il secondo progetto prende il nome di VIPER, Volatiles Investigating Polar Exploration Rover. Il secondo progetto ha superato già tutte le fasi di test e prenderà il volo nel novembre del 2023, con il compito di esaminare l’acqua ghiacciata sulla Luna.

Entrambi i progetti sono stati sviluppati in California, nel Jet Propulsion Laboratory della NASA e testati allo SLOPE, il Simulated Lunar Operations, a Cleveland.

SLOPE, la Luna sulla Terra

All’interno del laboratorio di SLOPE viene simulata la Luna, per testare i rover che verranno inviati su di essa. SLOPE simula il suolo polveroso della Luna, ma non solo, è in grado anche di simulare il terreno roccioso di Marte.

Luna
I nuovi robot pensati e testati per il suolo lunare

La sofisticata tecnologia al suo interno misura la velocità del rover, il movimento degli pneumatici e cattura ogni movimento, così da prevedere come il rover reagirà al diverso tipo di terreno.

Questo sistema ci consente di caratterizzare davvero le prestazioni di trazione. Siamo in grado di misurare sostanzialmente come si muove ogni parte del robot”, spiega Wolfgang Fink, professore associato di ingegneria elettrica e informatica dell’Università dell’Arizona.

Prevenire che in nuovi robot della NASA rimangano bloccati

Gli studi approfonditi che vengono svolti all’interno di SLOPE servono tendenzialmente a prevenire un problema, che è un incubo per tutti gli ingegneri della NASA, ovvero che il robot rimanga bloccato.

Questa situazione l’ha vissuta il team di SPIRIT, un rover marziano rimasto bloccato nel 2009. Spirit fu inviato sul pianeta rosso nel 2004. Per cinque anni ha inviato alla Terra immagini incredibili della superficie marziana, fino a quando, nel 2009, non è rimasto bloccato in un’area dove la sabbia marziana era particolarmente soffice.

Il Team di Spirit non voleva arrendersi e per otto mesi ha continuato a cercare una soluzione per farlo muovere, ma alla fine hanno dovuto ammettere che non vi era più nulla da fare. Il rover è rimasto funzionante, anche se le ruote erano impantanate nella sabbia. Per questo il team lo ha donato al servizio di piattaforma scientifica stazionaria.

Come saranno i nuovi mini robot della NASA?

Detto ciò torniamo a questi nuovi mini robot della NASA. Si tratta di una vera e propria flotta che sarà in grado di lavorare insieme, di prendere decisioni in autonomia e di aiutarsi. Se uno dei robot, quindi, si troverà in una situazione analoga a quella di Spirit, il team sarà in grado di liberarlo.

Robot cadre
Ecco i robot del progetto Cadre, i mini rover lunari della NASA

Ma non solo. Un’altra grande sfida è proprio quella dell’autonomia. I nuovi robot della Nasa devono essere in grado di prendere decisioni in autonomia, anche senza l’aiuto umano. Dalla Terra alla Luna le comunicazioni impiegano solo pochi secondi, da Marte si parla già di diversi minuti. Ma se mandiamo un rover su Titano, ad esempio, le comunicazioni impiegherebbero delle ore ad arrivare sulla Terra. È per questo che i robot devono essere in grado di prendere decisioni in autonomia.

I mini robot della NASA alla scoperta della Luna

Una prima flotta di mini robot della NASA partirà alla volta della Luna nei prossimi anni. Ogni rover sarà equipaggiato con un computer di bordo, una radio wireless e una telecamera.

La loro prima missione li porterà ad esplorare gli enormi tunnel di lava della Luna. Sebbene la superficie si sia solidificata nel sottosuolo, infatti, scorre ancora la lava.

Secondo gli ingegneri “inviando due o tre rover, uno di loro potrebbe intenzionalmente scendere in un tunnel di lava, sapendo già che questo rover avrebbe difficoltà a tornare indietro. Anche se non torna in superficie potrebbe comunque trasmettere informazioni agli altri membri del gruppo. Finché i rover possono comunicare tra loro, la missione può continuare”.

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