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Uno dei tanti misteri che si cela nella Galassia che ci circonda che appassionerà ancora numerosi studiosi nei prossimi mesi è quello di Tabby.
Il nome originario del corpo celeste è KIC 8462852: si tratta di una stella diventata celebre per un fenomeno curioso. Tabby, così è stata ribattezzata è caratterizzata da continui oscuramenti della luminosità e per questo motivo è stata oggetto di studio da parte di ricercatori e appassionati provenienti da tutto il mondo.
Tabby è una normale stella, circa il 50 per cento più grande e mille gradi più calda del nostro Sole. Incrociando i dati con il telescopio Kepler i ricercatori hanno studiato i cali di luminosità anche del 20% della stella che tanto hanno fatto incuriosire gli esperti.
Fenomeni alieni
Tante e curiose sono le ipotesi che sono state formulate per giustificare e spiegare i cali di luminosità della stella Tabby. Tra le più fantasiose la presenza di pianeti a corollario e, soprattutto, quelle relative a una megastruttura aliena.
Dallo studio è emerso come sia un fenomeno del tutto naturale a provocare gli sbalzi di luminosità del corpo celeste. In pratica è un oggetto non opaco a provocare l’interruzione della luce proiettata dalla stella Tabby, una prova di come si tratti, con tutta probabilità, di un disco di polveri.
“I nuovi dati mostrano che qualsiasi cosa ci sia tra noi e la stella non è opaco, come potrebbe essere un pianeta o una megastruttura aliena”, ha sottolineato l’autrice principale dello studio pubblicato sul The Astrophysical Journal Letters.
Cambi di luminosità
Secondo gli esperti la polvere o il passaggio di comete resta lo scenario maggiormente plausibile. La ricerca si è concentrata su quattro diversi cambi di luminosità avvistati a partire dal mese di maggio scorso, che sono stati chiamati Elsie, Celeste, Scara Brae e Angkor. Gli ultimi due nomi, relativi ad antiche città perdute, sono stati scelti perché ciò che osserviamo adesso sulla stella è in realtà avvenuto 1.400 anni fa, dato che Tabby è inquadrata nella costellazione del Cigno a 1.400 anni luce dalla Terra.
La nuova conferma, dopo quella dello scorso ottobre presentata dagli scienziati della NASA e dell’Osservatorio AstroLAB IRIS (Belgio), giunge da studiosi dell’Università della Lousiana coordinati dalla dottoressa Tabetha Boyajian, la ricercatrice che scoprì l’astro nel 2011 e alla quale è ispirato il simpatico soprannome della stella.
A questa nuova indagine, tuttavia, hanno partecipato anche centinaia di appassionati di astronomia. Oltre a finanziare una campagna di raccolta fondi su Kickstarter per puntare sulla stella una rete di telescopi, la comunità ha anche messo a disposizione la potenza di calcolo dei propri PC per elaborare dati, fornendo una vera e propria pioggia di nuove informazioni al team della Boyajian.
Svelato l’arcano
I ricercatori hanno incrociato questi dati con quelli raccolti dal telescopio spaziale Kepler e in questo modo sono riusciti a determinare definitivamente che i cambi di luminosità della stella – con variazioni repentine anche del 20 percento – sono un fenomeno del tutto naturale.
«La nostra speranza era quella di osservare una variazione di luminosità della stella in tempo reale, a tutte le lunghezze d’onda. Un simile comportamento avrebbe indicato la presenza, attorno alla stella, di qualcosa di opaco, come un disco orbitante, un pianeta o una stella, o anche strutture di dimensioni maggiori», spiega Jason Wright, ricercatore al Penn State Department of Astronomy and Astrophysics.
Invece il team ha scoperto che la luminosità della stella si è attenuata molto di più ad alcune lunghezze d’onda rispetto ad altre. «Molto probabilmente la causa di questa variazione di luminosità è da imputarsi alla polvere, che attenua in maniera diversa le varie lunghezze d’onda, non risultando mai completamente opaca, come ci si aspetterebbe da un pianeta o da una struttura aliena», osserva Boyajian.
Il mistero della Stella Tabby è così intrigante che più di 1.700 persone hanno donato oltre 100mila dollari attraverso una campagna Kickstarter, la piattaforma americana di crowdfunding, in sostegno a osservazioni mirate della stella usando una rete di telescopi presenti in tutto il mondo.
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