Enkey Magazine
Sito di informazione tecnologica

Il motore verde per i viaggi spaziali

La corsa ai viaggi spaziali è sempre più agguerrita ed i concorrenti sono sempre di più, con tecnologie all’avanguardia e moltissime idee entusiasmanti. Anche l’Italia si fa spazio in questo scenario, testando, proprio pochi giorni fa, un nuovissimo motore verde, da equipaggiare sui propri razzi.

Il razzo Vega

Il razzo Vega è un lanciatore di piccoli satelliti in orbita, i quali vanno dai 300 ai 1500 kg. Esso è stato realizzato dalla ASI (Agenzia Spaziale Italiana) in collaborazione con l’ESA (Agenzia Spaziale Europea). Vega prende il nome dall’omonima stella, ma è anche un acronimo che sta per Vettore Europeo di Generazione Avanzata.

Ma questo non è il solo nome del razzo, Vega, che è il piccolo grande orgoglio italiano, è stato anche soprannominato “La 500 dello spazio” da Gianni Agnelli in persona. Lo sviluppo di Vega è tutto italiano, realizzato da una collaborazione tra l’ASI e l’AVIO, un’agenzia aerospaziale italiana.

Ed è proprio all’AVIO che è stato testato il nuovo motore M10, il quale sarà equipaggiato prossimamente sul razzo Vega.

Il test

Una fiammata color azzurro ed un forte boato hanno accompagnato il test del nuovo motore nella sede AVIO di Colleferro (Roma). Al test hanno assistito Stefano Gualandris e Giancarlo Giorgetti, rispettivamente consigliere per il settore aerospaziale e sottosegretario alla Presidenza del consiglio.

Il test è riuscito alla perfezione, segnando un altro punto per l’AVIO, Vega e tutto il panorama spaziale italiano, che a quanto pare non sbaglia un colpo.

I record di Vega

Anche quest’ultimo test dell’agenzia aerospaziale AVIO è andato alla perfezione, ma non è affatto una novità per chi fino ad ora non ha mai commesso un errore. La versione E del razzo Vega, infatti, ha compiuto 12 missioni negli ultimi sei anni senza mai il minimo problema.

Ciò segna un record senza precedenti non solo nel panorama italiano o europeo, ma mondiale. Solitamente, infatti, i razzi alle loro primissime missioni qualche errore lo commettono sempre. La media, a livello mondiale, che qualcosa vada storto durante un lancio, nel corso dei primi lanci, è del 60%. Vega, invece, non ha mai commesso un errore.

Il motore M10

Andiamo a vedere quindi questo nuovo motore, che oltre ad essere efficiente ed innovativo è anche green. Il motore è alimentato ad ossigeno e metano ed, attualmente, è in grado di sostituire il terzo e quarto stadio del vettore europeo.

Grazie a questo motore Avio, non solo potrà lanciare i razzi Vega nello spazio, senza inquinare nel frattempo il pianeta dal quale parte, ma abbatterà i costi attuali e sarà in grado di trasportare maggiore carico. Tutti elementi che, uniti all’efficienza già ampiamente vista del razzo Vega, portano l’Italia ad uscire fuori dal bozzolo e a fronteggiarsi con colossi mondiali dell’esplorazione spaziale.

Ma nessuno di essi costruisce razzi come Vega, leggeri, eleganti, pratici, economici ed ecosostenibili. Vega ha già ottenuto un altro brevetto mondiale, oltre al motore M10: gli stadi tessuti in filato di carbonio. Il razzo, alto 30 metri e pesante 136 tonnellate, è unico nel suo genere e così porta ancora una volta alto l’orgoglio italiano nel mondo.

Un motore innovativo, tecnologico ed ecologico

M10 è tutto questo e molto più. Il motore è alto 12 metri, largo 3,5 ed interamente realizzato in fibra di carbonio. È proprio la struttura in carbonio a renderlo cinque volte più leggero e due volte più resistente dei normali motori in acciaio.

Inoltre, esso può contenere 142 tonnellate di propellente. Il nuovissimo propulsore verrà equipaggiato sui razzi Vega di nuova generazione dal 2024.

Avio è molto soddisfatta del risultato del test di M10, poiché si tratta oltretutto del primo prototipo europeo di motore a Lox-Metano, una tecnologia molto innovativa a bassissimo impatto ambientale di cui non dispone quasi nessuno al mondo”, dice Giulio Ranzo, CEO di Avio.

Congratulazioni a tutto il Team. Vega è un lanciatore robusto ed affidabile. Mai smettere di migliorare”, conclude inoltre Stefano Bianchi, responsabile sviluppo dei sistemi di trasporto spaziali dell’ESA.

This post is also available in: English

Potrebbe piacerti anche