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Cyber Omicidio: il primo caso della storia

Novembre 2020, Germania. Un hacker entra nel sistema dell’Università di un ospedale tedesco. Una donna muore. Che sia il primo caso di cyber omicidio della storia? Scopriamolo.

Un caso alla Minority Report

Nel 2002 esce al cinema un film del visionario Spielberg liberamente tratto da un racconto di fantascienza. Il protagonista di Minority Report, Tom Cruise, si ritrova indagato per un omicidio che ancora non ha commesso, ma che un computer afferma che commetterà a breve.

cyber omicidio minority report
Minority Report è un film del 2002 in cui gli omicidi vengono previsti e condannati prima ancora di essere commessi. Il dubbio etico è alla base della trama, ma oggi nasce anche il cyber omicidio, che pensavamo essere solo un’idea criminale impossibile da realizzare.

In sostanza, grazie ad un sistema chiamato Precrimine lo Stato di Washington premoniva gli omicidi prima che venissero commessi, arrestando colui che avrebbe commesso l’atto prima ancora di ritrovarsi nella situazione criminale.

Qui il mondo del cyber è stato romanzato alla ricerca della risposta somma alla domanda: può il libero arbitrio dell’uomo superare la mente informatica? Al di là della questione filosofica, nel 2020 è stato registrato il primo caso di cyber omicidio della storia, commesso da un hacker che a quanto pare non aveva intenzione di uccidere, ma solo di colpire il sistema ospedaliero.

Cyber omicidio che diventa realtà a Dusseldorf

La tragedia si è consumata in un ospedale universitario tedesco di Dusseldorf. Un hacker, ora ricercato non solo per crimini legati all’acquisizione di banche dati ma anche per omicidio, è entrato nella rete dell’ospedale per lanciare un attacco ransomware.

Per chi non sapesse di cosa si tratta, stiamo parlando di un tipo di malware che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione del sistema informatico.

cyber omicidio dna ramsonware
I ramsonware sono malware che mandano in tilt i sistemi. Nel loro DNA è nascosta una chiave per disinnescarli. Questa volta hanno causato il primo caso di cyber omicidio.

Tale sistema ha bloccato il macchinario da cui dipendeva una donna ricoverata nell’ospedale. La mancanza dell’appoggio del macchinario ha portato la donna alla morte.

Di fatto l’obiettivo dell’hacker non era quello di uccidere. Infatti, nel corso della trattativa con gli inquirenti, gli è stata spiegata la situazione e di seguito lo sconosciuto cyber criminale ha fornito spontaneamente le chiavi per bloccare il sistema. Peccato che fosse già troppo tardi per la povera donna.

Il pirata informatico è stato subito messo al bando per cyber omicidio ed è scomparso nelle pieghe della rete.

Nel mirino degli hacker

Gli hacker utilizzano i ransomware come minaccia informatica per ottenere in cambio soldi facili. Questi pirati informatici utilizzano le falle della rete e dei server meno aggiornati per criptare enormi quantità di dati sui dischi bersaglio dell’attacco. In questo modo rendono i sistemi colpiti completamente inutilizzabili.

cyber omicidio hacker
Gli hacker ora oltre che pirati del web si trasformano anche in artefici del cyber omicidio. Come proteggerci?

Vogliono sempre di più farsi pagare in bitcoin o criptovalute per poi poter scomparire con il denaro telematico dalla circolazione.

Sono principalmente dei ladri, ma nessuno di loro sinora si era mai trasformato in un omicida. Ed ecco che torna il dubbio etico: l’uomo (o la donna) protagonista della nostra storia non aveva intenzione di uccidere, ha solo utilizzato un click sulla sua tastiera per ottenere in cambio soldi facili. Alla fine è nato il cyber omicidio.

Se questa diventasse una mossa terroristica diffusa, nessuno di noi sarebbe più al sicuro.

Come possiamo proteggerci?

La risposta è ancora ignota, visto che tanto cresce il sistema informatico, tanto crescono le menti criminali degli hacker che sfruttano il sistema stesso per diventare sempre più ricchi. Soprattutto queste persone hanno la capacità di nascondersi nel web e non farsi trovare, tanto che spesso viene da chiedersi se realmente dietro a questi crimini ci sia una persona reale o un bug che ha preso il sopravvento sull’azione dell’uomo.

Sicuramente sarebbe d’obbligo per coloro che gestiscono strutture pubbliche e private avere a disposizioni sistemi all’avanguardia che non permettano agli hacker di entrarvi per innescare le loro bombe.

Forse la soluzione potrebbe essere portare dalla parte dei buoni questi soggetti criminali e convincerli a lavorare assiduamente per migliorare i sistemi informatici invece di infettarli con i loro virus.

Una cosa è certa, la cultura del web sta crescendo a tal punto che si sta ramificando ed espandendo fino ad arrivare alla possibilità di uccidere con un click.

 

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