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L’agente segreto che spia le particelle di luce, utile nelle telecomunicazioni e in biomedicina
E’ stato realizzato nel Politecnico di Milano il primo dispositivo che ‘spia’ le singole particelle di luce (fotoni) senza alterarne il cammino. Questo ‘osservatore’ non invasivo è formato da due contatti metallici (solitamente d’oro) del diametro di un capello che sono posti lontano dal fascio di luce per non perturbarne le caratteristiche: da qui il nome CLIPP, ‘ContactLess Integrated Photonic Probe’.
La sua realizzazione apre molteplici scenari e potrà avere importanti ripercussioni anche sul mondo delle telecomunicazioni, come emerge dall’articolo della rivista Nature Photonics. La ‘spia’ dei fotoni apre alla realizzazione di veri e propri laboratori miniaturizzati su un singolo chip, con centinaia di sensori concentrati in un’area di pochi millimetri quadrati per effettuare analisi simultanee, veloci e a basso costo nel campo della biomedicina, della sicurezza e dell’agroalimentare.
Nel settore dell’informazione, il dispositivo contribuirà alla realizzazione di sistemi di interconnessione ottica ad altissima capacità, oggi considerati la soluzione più promettente per una crescita sostenibile del traffico dati, destinato a scontrarsi con il continuo aumento di consumo di energia dei sistemi tradizionali di connessione elettrica.
L’invenzione è stata ideata, realizzata e brevettata da Francesco Morichetti e Marco Carminati, due giovani assegnisti del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano che, sotto la guida di Andrea Melloni e Marco Sampietro, operano nell’ambito del progetto europeo BBOI (Breaking the barriers of optical integrations). Obiettivo del progetto è creare le condizioni per una crescita esplosiva e pervasiva delle tecnologie fotoniche, analogamente a quanto accaduto per i dispositivi elettronici.
Fonte Tiscali.it