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Splinter Cell, il celebre franchise del mondo dei videogames torna ma non come gioco, bensì come serie animata targata Netflix. Ormai lo streaming punta sempre di più su questo tipo di prodotto e la serie in questione è prevista in uscita il prossimo 14 ottobre. Il protagonista, il famoso agente Sam Fisher, si ritroverà alle prese con una nuova avventura ricca di intrighi, tech e spionaggio. I fan sono molto incuriositi, anche perché questa serie apre tante nuove prospettive per l’universo Ubisoft.
Splinter Cell Deathwatch: un progetto ambizioso
La serie animata Netflix in uscita il prossimo 14 ottobre è stata sviluppata da Ubisoft Film & Television ed è firmata dalla direzione creativa di Derek Kolstad. Kolstad, già ideatore di John Wick, porta in Splinter Cell: Deathwatch il suo stile dinamico, uno stile narrativo cupo, ma al tempo stesso dinamico.

L’animazione, scura e molto cinematografica, è stata invece affidata a Sun Creature Studio e Fost, due realtà del mondo audio visivo che sono ormai il top di gamma del settore. Una produzione di alto livello che sta tenendo alto anche il livello delle aspettative. Una serie pensata per un pubblico adulto, con un cast vocale che, come vedremo, è stato molto discusso.
Trama e ambientazione
Splinter Cell: Deathwatch di base è un videogioco della tipologia Chaos Theory e Double Agent. Ma quale sarà la trama della serie animata Netflix? La storia girerà intorno alle conseguenze della morte di Douglas Shetland e a quelle che sono state le ripercussioni psicologiche sul protagonista.
Sam Fisher, detective e agente specializzato in spionaggio, è un personaggio molto eclettico e la serie avrà modo di esplorarne nuove sfumature. Una trama che permetterà ai fan di ritrovare un continum narrativo preso dai giochi, trovando allo stesso tempo anche una nuova dimensione emozionale.
Vi accennavamo il paragrafo precedente a quella che è stata la decisione più discussa della serie: il cast vocale. Il doppiaggio è cambiato, non sarà più Michael Ironside ad interpretare Sam Fisher, ma Liev Schreiber, un attore dal grande talento che avrà appunto il compito di dare questa nuova impronta al personaggio.
Accanto a lui troviamo poi Janet Varney, che interpreterà Anna “Grim” Grìmsdòttir, e Joel Oulette nel ruolo di Thunder. Un cast promettente scelto appositamente per dare una nuova profondità al mondo di Splinter Cell che ora si trasforma in una serie per adulti.

Ma come ha reagito la community a queste scelte di stile? Le prime impressioni sono sicuramente contrastanti, perché da un lato c’è molto entusiasmo per il ritorno del personaggio di Sam Fisher che ormai era da tempo stato abbandonato nel panorama videoludico. Dall’altra parte però ci sono alcuni dei fan più accaniti che hanno paura che il formato animato e il cambio vocale possa non restituire la stessa attenzione tipica dei videogame.
L’impronta di Kolstad sarà sicuramente la chiave di volta: ci si concentrerà molto sull’azione forse sacrificando un po’ tutta quella che è l’atmosfera tipica di Splinter Cell dedicata al mondo dello spionaggio.
Un ponte tra passato e futuro
Del resto il videogioco e la serie animata sono due prodotti completamente diversi. Aldilà delle varie perplessità dunque possiamo dire che Splinter Cell: Deathwatch rappresenta un vero e proprio ponte fra passato e futuro. Un’occasione unica per il franchise che si troverà una nuova strada aperta.
Se la serie funzionerà infatti, si potranno avviare nuovi progetti per nuovi capitoli videoludici alimentando anche l’hype per eventuali remake della serie. Netflix dal canto suo ci crede molto e ha deciso di lavorare su questo progetto proprio per attrarre i fan storici: un nuovo pubblico per lo streaming dedicato alle storie di spionaggio animate però con intensità e stile.
La serie non è altro quindi che è un progetto ambizioso volto a portare sul piccolo schermo il personaggio di San Fisher, dando nuovo lustro a tutta una serie di attori del settore della produzione cinematografica. Come andrà a finire lo scopriremo solo dopo il 14 ottobre.
