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Tra tutti gli scenari apocalittici che ci possiamo immaginare e la guerra nucleare non può mai mancare.
Tuttavia, si pensa a questo scenario come un qualcosa a lungo termine. Mentre nelle immediate vicinanze la vita viene spazzata via, nel resto del mondo questa continua, con difficoltà e mutazioni. Ma la realtà potrebbe essere ben diversa.
Cosa succederebbe in caso di guerra nucleare?
Cosa dicono le previsioni ufficiali?
Gli Stati Uniti, così come probabilmente tutti gli altri Stati del mondo, hanno dei rapporti segreti nei quali viene descritto nel dettaglio come procedere in caso di guerra nucleare.

Gli Stati Uniti in particolar modo hanno un report dove sembrerebbe esserci scritto che non è possibile impedire l’arrivo sul suolo americano delle testate nucleari, in caso di attacco improvviso. Ma c’è anche scritto dettagliatamente quale sarebbe la controffensiva.
Tuttavia, si tratta di un rapporto top secret. Il Washington Post ha comunque provato a ricostruire nel dettaglio cosa succederebbe in caso di attacco e le previsioni non sembrano essere affatto positive.
Guerra nucleare: il lancio delle testate
Uno stato nemico decide di lanciare dei missili balistici intercontinentali con ordigni nucleari. Questi vengono rilevati quasi immediatamente dalla difesa americana, ma anche la difesa europea sarebbe in grado di rilevarli all’istante.
Questi missili, infatti, non passano di certi inosservati a causa degli enormi pennacchi di fiamme e gas che rilasciano. Tuttavia, la loro rilevazione non sembra servire a molto.
Chi si trova al controllo al Pentagono in quel momento riceve la notizia dei missili meno di un minuto dopo il lancio? Ma quanto tempo ci sarebbe per evitare che questi raggiungano il suolo?
Innanzitutto ci vogliono almeno 10 minuti per confermare che i missili sono diretti proprio sul suolo statunitense e non in un altro punto nel mondo. Nel frattempo tutte le massime autorità del paese sono state avvisate, compreso il Presidente.
Come reagire?
A questo punto non è ancora possibile indicare con precisione quale sarà il luogo dell’impatto, eppure bisogna già prendere una decisione.

Tra le opzioni c’è quella di un contrattacco immediato: colpendo la base nemica dal quale sono partiti i missili si può evitare che altri missili vengano lanciati nell’immediato futuro.
Si cercherà di capire anche quale sarà il luogo dell’impatto. Probabilmente saranno luoghi importanti dal punto di vista politico e militare. Le opzioni più probabili sono Washington, il Pentagono, la base di missili balistici intercontinentali che verrebbero utilizzati in caso di contrattacco.
Guerra nucleare: la risposta dello Stato colpito
Gli Stati Uniti, o qualsiasi altro Stato sotto attacco, deciderebbe di reagire e lo farebbe non oltre 20 minuti dopo che i primi missili balistici sono stati lanciati. Si tratta del tempo di reazione previsto per evitare che il nemico lanci altri attacchi.
20 minuti dopo il lancio dei primi missili balistici questi non sono ancora giunti a destinazione, eppure il contrattacco parte alla volta dello stato nemico, con un arsenale ancora più massiccio di quello del primo attacco.
I primi missili raggiungono il suolo
Se i missili sono partiti dalla Cina o dalla Corea del Nord, come ipotizzato dal Washington Post, essi raggiungeranno il suolo degli Stati Uniti circa 30 minuti dopo il lancio.
Se il loro obiettivo è il deposito di missili balistici il numero delle vittime sarebbe incalcolabile e comprenderebbe i cittadini del Nord Dakota, del Montana, del Wyoming, del Colorado e del Nebraska.
Tuttavia, i silos sarebbero vuoti, perché l’America avrebbe già deciso di contrattaccare e tutto i missili contenuti in quei silos sarebbero a quel punto già in volo.
Guerra nucleare: la deflagrazione
Secondo le ricostruzioni effettuate dal ricercatore del programma di Scienza e Sicurezza Globale dell’Università di Princeton, Sebastien Philippe, ciò che accadrebbe nel momento della deflagrazione sarebbe devastante.

Una palla di fuoco più calda del sole disintegrerebbe ogni cosa nel raggio centinaia di metri, mentre il calore generato innescherebbero incendi fino a tre chilometri dal punto dell’impatto. Tutte le finestre e i vetri nel raggio di dieci chilometri esploderebbero e oltre mezzo milione di persone morirebbero all’istante.
Dopo l’esplosione
Nei minuti successivi all’esplosione nubi con detriti radioattivi si alzerebbero fino a 12mila metri, per poi ricadere sulla terra contaminando centinaia di chilometri seguendo la direzione dei venti in quel momento.
Circa un milione di persone morirebbe entro pochi giorni a causa delle radiazioni.
Nel frattempo l’offensiva ha raggiunto il nemico e causato milioni di vittime e rendendo inabitabili ampie zone della terra.
Nel peggiore degli scenari si potrebbe verificare un inverno nucleare, a causa del fumo e della fuliggine che impediscono al Sole di raggiungere la terra.