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SIAE Meta: niente accordo per l’Italia

Nessun accordo per il rinnovo delle licenze delle musiche su Instagram e Facebook

SIAE Meta

«Questa canzone non è al momento disponibile». È questa la dicitura che si trova attualmente sulla maggior parte dei video italiani su Facebook ed Instagram. La colpa però non è dell’influencer di turno, ma del mancato contratto SIAE Meta. Un portavoce della società di Mark Zuckerberg ci informa infatti che non sono riusciti a rinnovare l’accordo di licenza con la SIAE, scaduto lo scorso anno.

Il risultato? Tutti i video che contengono brani italiani depositati alla SIAE sono stati rimossi, oppure silenziati. Questo significa che la maggior parte dei contenuti video nostrani per Facebook, Instagram e persino WhatsApp hanno avuto ripercussioni. Ma perché è successo tutto questo? E cosa comporterà in futuro?

SIAE Meta: perché è saltato il contratto

Le cause del mancato contratto SIAE Meta sono, ovviamente, tutte economiche. La Società Italiana degli Autori ed Editori notificherebbe una mancata trasparenza da parte di Meta come motivo principale. Crederci non è così difficile: come tutte le Big Tech, anche l’azienda di Zuckerberg non fornisce dati verticali a livello nazionale. La SIAE avrebbe richiesto di poter quantificare dettagliatamente i ricavi che provengono dai brani da loro tutelati, così da poter stimare precisamente il corrispettivo per gli autori. Da parte sua, invece, Meta avrebbe proposto un accordo forfettario basato su un andamento generale, proprio per evitare di rivelare i numeri.

SIAE meta salta l'accordo
Una story senza musica perde metà del suo impatto

Di fronte al secco no di Meta, quindi, la SIAE ha deciso di sparare alto, chiedendo una cifra forfettaria palesemente troppo alta: l’8%. A fronte di questo, l’azienda di Zuckerberg non ha potuto far altro che abbandonare. Dopo una serie di trattative che andavano avanti dal gennaio 2023, il 17 marzo scade ufficialmente l’accordo SIAE Meta.

Cosa succede ora?

La risoluzione principale del conflitto SIAE Meta già l’abbiamo tra le mani: i contenuti con delle tracce protette da licenza SIAE saranno silenziati, rimossi o modificati. D’ora in poi, non sarà possibile utilizzare tali brani per altri contenuti, almeno non senza conseguenze. Ma c’è anche un effetto collaterale non previsto. Sembra che Meta, rimuovendo le musiche italiane, abbia tolto anche molta musica internazionale per Instagram Italia. Si tratta di una svista o è un braccio di ferro per riportare SIAE al tavolo delle trattative?

SIAE Meta salta accordo
Il social che più ne risente è sicuramente Instagram, seguito da Facebook e Whatsapp

In tutto ciò chi ci perde e ci guadagna davvero non sono né la SIAE né Meta. A perderci sono tutti i creator che si vedono gettati nella spazzatura centinaia di contenuti, e tutti gli artisti di tali brani. Perché sì, chi crea video usa canzoni famose, ma alcune canzoni diventano famose anche perché sono utilizzate nei video virali.

E invece, chi è che ci guadagna? Beh, TikTok, che, a differenza di Facebook ed Instagram, continua ad avere un accordo per le licenze SIAE. Attualmente, la piattaforma social cinese, sembra essere l’unica alternativa per gli artisti italiani di far conoscere la propria musica.

Il caso unico SIAE Meta

Il comunicato stampa della SIAE non lascia dubbi sulla loro fermezza. La società degli autori parla di una proposta unilaterale che prescinde da qualsiasi valutazione trasparente. Un evidente contrasto, insomma, con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright europea. Se già queste sono dichiarazioni forti, le ultime parole sono decisamente lapidarie:

“SIAE non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana.”

SIAE Meta salta l'accordo
A perderci non sono solo gli utenti, ma anche (e soprattutto) i creator e gli artisti

E ancor di più colpiscono se si pensa che la situazione SIAE Meta è un caso unico in Europa e nel mondo. Meta, infatti, ha accordi con oltre 150 paesi in tutto il globo. Internazionalmente, sembra che l’azienda di Facebook sia riuscita a trovare una soluzione accettabile per ambo le parti. Questo significherebbe che l’Italia potrebbe essere la prima ad opporsi al modo di fare affari di Meta. Non solo, ma anche la prima a testare davvero la direttiva europea riguardo il copyright. Il direttore generale parla di una battaglia di sistema e afferma di avere molto supporto da parte delle etichette discografiche e degli artisti che rappresentano.

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