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Intelligenza artificiale: il futuro è già qui

L'IA, ormai parte integrante delle nostre vite, è un settore in fase di estremo sviluppo

Intelligenza Artificiale

Da molti secoli l’uomo insegue il sogno di carpire il funzionamento della mente umana. Uno degli scopi più ambiziosi di questa ricerca è la creazione di macchine dotate di intelligenza artificiale (IA), ovvero di capacità cognitive e abilità umane. Le testimonianze attestano che, già nel XVIII secolo, il francese Jacques de Vaucanson creò un flautista automatizzato ed un’anatra meccanica che poteva nuotare e ingoiare cibo.

Nello stesso secolo lo svizzero Pierre Jacquet-Droz riuscì a produrre tre bambole animate: un disegnatore, un piccolo scrivano e una musicista. Quest’ultima poteva suonare ben 5 melodie su organetto, mostrando espressioni di emozione e concludendo l’esibizione con un vezzoso inchino al pubblico.

Intelligenza artificiale
Gli automi di Jacquet-Droz: agli albori dell’IA.

Intelligenza artificiale che salva la vita

Ma arriviamo ai tempi nostri. Di strada se ne è fatta parecchia e, ad oggi, la ricerca ha permesso di introdurre diverse forme di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.

Nel campo medico l’IA viene già utilizzata per le diagnosi ai pazienti e i big della tecnologia lavorano costantemente per aumentarne l’impiego. Per esempio, IBM ha introdotto l’IA Watson che, attraverso i dati clinici dei pazienti, riuscirebbe a diagnosticare l’insufficienza cardiaca due anni prima dei metodi tradizionali.

Intel, invece, sta lavorando sull’analisi precoce di insorgenza e sviluppo del tumore polmonare attraverso l’uso di immagini radiografiche. E’ evidente che queste nuove tecnologie potrebbero apportare enormi vantaggi alla salute e alla vita delle persone.

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L’uomo insegue il sogno di scoprire i segreti della mente.

La casa del futuro è già qui

Un altro campo di interesse per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è la domotica, la scienza che applica l’informatica e l’elettronica alla casa, migliorandone abitabilità e funzionalità.

La smart-home, una casa che interagisce con noi, che possiamo controllare a distanza e che semplifica le nostre abitudini, è già una realtà. Infatti, tutti ormai possediamo un qualche dispositivo di IA domestica, come l’assistente virtuale Alexa, il controllo della temperatura tramite app, la smart tv, la videosorveglianza da remoto, ecc.

L’era dei robot: Asimo

Ma le enormi risorse dedicate allo studio dell’AI ci permettono di immaginare scenari del tutto nuovi, futuristici e inattesi. Scenari che probabilmente cambieranno le nostre vite con l’introduzione di macchine umanoidi sempre più simili all’uomo.

Una di queste si chiama Asimo ed è stata realizzata da Honda. Asimo è dotato di una gestione dei movimenti avanzata: può aprire una bottiglia, versarne il contenuto, utilizzare il linguaggio dei segni, correre, saltare, salire le scale. Può inoltre riconoscere più voci contemporaneamente e intuire la direzione scelta da una persona, in modo da modificare la propria.

Infine, Asimo riesce ad apprendere informazioni dall’esterno che gli permettono di prendere decisioni a seconda del contesto.

Sophia: l’artista robot

Oltre ad Asimo, qualcuno potrebbe ricordarsi di Sophia, la macchina presentata nel 2016 dalla Hanson Robotics di Hong-Kong. Sophia è il primo robot ad avere il passaporto (concesso dall’Arabia Saudita) e, oltre che parlare e interagire correttamente con l’uomo, è anche un’ottima artista. Infatti, grazie ad un sofisticato sistema di elaborazione di immagini, ha disegnato il suo autoritratto, che è stato battuto all’asta per la “modica” cifra di 688.888 dollari.

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Sophia: la sua somiglianza ad un’umana è impressionante.

Un occhio al futuro

Nonostante Asimo e Sophia siano così sorprendenti, sono ancora ben distanti dall’eguagliare le prestazioni umane, in particolar modo per quel che riguarda l’attività cognitiva e lo stato di “coscienza”.

Tuttavia, essi ci fanno presagire che, in un futuro non così distante, potremo usufruire della collaborazione di robot nei più svariati ambiti.
Per esempio, per l’assistenza agli anziani, o per accudire i figli. Magari, perché no, potremo disporre di un robot-maggiordomo che si occupi di pulire casa e cucinare. Di un robot-personal trainer che ci aiuti a mantenerci in forma (dandoci anche consigli nutrizionali). O di un robot-medico che, dopo un’anamnesi accurata, ci prescriva i farmaci da assumere.

La collaborazione dei robot sarebbe senz’altro meravigliosa in termini di semplificazione delle giornate, sempre più frenetiche e oberate di impegni. Meravigliosa, certo, purché le macchine non finiscano col sostituire completamente l’uomo come forza lavoro, producendo effetti devastanti sui livelli di occupazione. Rischio talmente tangibile che, ad oggi, resta una delle tematiche più spinose al centro del dibattito sull’intelligenza artificiale.

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