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Parker Solar Probe: la sonda che studierà il sole

Parker Solar Probe

La Parker Solar Probe, sonda della NASA, è stata lanciata il 12 Agosto del 2018, alle 3:31, da Cape Canaveral, in Florida. La sonda si dirige ora verso il sole, puntando a battere più di un record nel corso del suo viaggio, che finirà a portarla in orbita attorno alla nostra stella, fino a soli 6,16 milioni di chilometri dalla superficie solare.

Il viaggio ed i record della sondaParker Solar Probe

La sonda Parker Solar, così ribattezzata come l’astronomo che per primo teorizzò l’esistenza dei venti solari, Eugene Parker, che proprio domenica, a 91 anni, ha assistito al lancio, esclamando “Here we go!“. Eugene Parker è il primo a veder partire una missione spaziale che porta il proprio nome, sessant’anni dopo che per primo iniziò a parlare di venti solari, ora, con la sonda che porta il suo nome, gli scienziati prevedono di rivoluzionare l’attuale comprensione del sole. Ora la sonda è in viaggio verso Venere, dove dovrebbe arrivare per Ottobre, quando eseguirà una manovra di spinta, girando attorno al pianeta ed aiutandosi con l’effetto fionda che ne seguirà, la Parker Solar Probe si porterà in un orbita che la avvicinerà sempre più al sole. Da qui seguiranno una serie di flyby, che la costringeranno sempre più in un’atmosfera ogni giorno più rovente. Già a Novembre di quest’anno la sonda si troverà a 24 milioni di chilometri dal sole, già dentro l’atmosfera della nostra stella. Nessuna sonda si è mai spinta così in là, già nei suoi primissimi mesi di vita la Parker Solar Probe batterà il record di Helios 2, che si spinse appena fino a 43 milioni di chilometri di distanza. Nel frattempo batterà un altro record, anzi lo polverizzerà, quello di velocità, arrivando a toccare i 690.000 km/h, triplicando quasi il precedente record della sonda Juno, di 265.000 km/h.

La missione della Parker Solar ProbeParker Solar Probe

Durante la sua missione, che si stima avrà una durata di sette anni, la Parker Solar Probe effettuerà una serie di misurazioni e scatterà delle immagini da inviare alla Terra, per permetterci di carpire i segreti del sole. Tutto ciò ci permetterà di comprendere l’origine dei venti solari e di studiare a fondo la corona solare. La sonda lavorerà ad una temperatura di 1.377 gradi, protetta da una schermatura in carbonio che riuscirà a tenere le strumentazioni ad una temperatura di soli 29 gradi. La sonda è equipaggiata con fotocamere e strumentazioni capaci di studiare i campi magnetici, il plasma e le particelle energetiche. La svolta principale che gli scienziati prevedono di realizzare con questa missione è la capacità di poter prevedere le tempeste solari. Il vento solare, infatti, influisce su satelliti ed apparecchiature di bordo, appena fuori l’atmosfera terrestre, riducendone drasticamente la vita e compromettendone il funzionamento. Ma una tempesta solare riuscirebbe a raggiungere la superficie terrestre, azzerando qualsiasi apparecchiatura elettronica e riportandoci indietro di anni, ripiombando in un nuovo medioevo. Conoscendo il funzionamento di tali attività solari, saremmo in grado di proteggere i nostri satelliti e le nostre apparecchiature.

La meteorologia spaziale

Lo studio dei venti solari apre tutto un nuovo mondo. Studiare questo fenomeno proprio nel posto dove esso ha origine, infatti, è un occasione che non ha eguali. Ci permetterà non solo di proteggere il pianeta, i  satelliti e le missioni spaziali, ma in futuro questa nuova conoscenza potrà essere studiata per prevedere il meteo spaziale, evitando che navicelle ed astronauti si imbattano in tempeste solari. Il sole, infatti, è l’unica stella che al momento ci è concesso studiare da vicino, ma questo potrebbe fornirci informazioni importanti per capire il funzionamento anche delle altre stelle dell’universo. Ci sono alcune domande a cui dalla Terra gli scienziati non riescono a trovare risposta e che sperano di poter risolvere studiando le attività solari da vicino. Il vento solare raggiunge il pianeta Terra ad una velocità tra 1,45 milioni e 2,9 milioni di km/h, ma quando parte dalla superficie solare le particelle sono ferme. Cosa succede nella corona solare per sparare ad una velocità così elevata? L’altra questione che gli scienziati sperano di risolvere è come possano le particelle raggiungere un energia così elevata, nel corso delle eruzioni solari o delle eiezioni di massa solare. Trovare una risposta a queste domande potrebbe aiutarci non solo a prevedere le tempeste solari e a quantificarle ma anche a viaggiare in tutta sicurezza nello spazio.

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