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Povertà energetica: la situazione europea

In Europa un’altissima percentuale di persone è in difficoltà. Per l’esattezza sono oltre i 34 milioni, tutte in piena povertà energetica, reduci da pandemia e guerra in Ucraina. L’Italia ha un 8% delle famiglie con questo problema. Dove andremo a parare? Lo scopriamo in questo articolo.

Povertà energetica e problemi geopolitici

Al di là del problema del consumismo massivo, dell’inquinamento in forte aumento e della mancanza di responsabilità ecologiche da parte del genere umano, il problema della povertà energetica deriva in parte anche dalla pandemia Covid-19 e dall’invasione dell’Ucraina da pare della Russia.

Proprio questi due eventi, avvenuti quasi in combo, rischiano di tracciare un vero e proprio confine profondo tra le famiglie che non possono permettersi l’energia e quelle che possono.

povertà energetica e guerra in russia
Oggi parliamo di povertà energetica. Come risolveremo il caro bolletta in inverno?

A dirlo è l’Osservatorio europeo che ha stimato che in questa condizione di disagio ci siano oltre 34 milioni di persone. E questa è solo la stima che è stata fatta per l’Europa. Pensate quante possano essere le famiglie impossibilitate a riscaldare casa propria nel mondo.

Niente caldo, niente luce

Il problema si pone proprio per i prossimi mesi invernali. Una famiglia su 3 non potrà accendere il riscaldamento per non rischiare di spendere troppi soldi. Stessa cosa per la luce: i costi di gas ed elettricità puntano alle stelle e se solo nel nostro paese fino al 2020 il problema della povertà energetica coinvolgeva il 6% delle persone, oggi siamo passati all’8%.

povertà energetica
Come risparmiare ed evitare di diventare i nuovi poveri del settore consumo?

Cosa fare quindi per garantire riscaldamento ed illuminazione? Anzitutto riflettere sulla nostra dipendenza energetica dei singoli Stati dal gas della Russia. Se il problema ce lo fossimo posti prima, adesso non ci ritroveremmo a questo. Al di là di questa riflessione, adesso il problema sarà dover affrontare un vero e proprio stop alla fornitura.

Blocco del gasdotto Nord Stream 1

Cosa accadrebbe in questo caso? Se la Russia decidesse di chiudere il gasdotto Nord Stream 1, l’Europa si ritroverebbe in un vero e proprio blackout.

Questa è la riprova che non siamo autosufficienti. Il risultato sarebbe dover ricorrere a soluzioni di emergenza che porterebbero a far lievitare i costi di produzione e distribuzione dell’energia al punto che la povertà energetica sarebbe un problema di tutti, anziché di pochi.

povertà energetica
Quello che abbiamo capito dall’attuale situazione geopolitica è che siamo dipendenti energeticamente dalla Russia

L’obiettivo della politica nazionale ed internazionale è invertire questo trend. Per farlo, l’Europa sta portando avanti il pacchetto 2019 Energia pulita per incentivare la differenziata e il consumo massivo dell’energia di base. Il consumatore deve essere consapevole oltre che protetto.

Povertà energetica e decarbonizzazione

Entro il 2030, un altro obiettivo è quello di portare l’Europa alla decarbonizzazione per ridurre i consumi dell’energia primaria fino al 43%. Questo ridurrebbe anche la povertà energetica che sta avanzando senza sosta.

L’Italia in particolare sta lavorando attivamente in questo senso. Una delle azioni più notevoli in merito sono i bonus 110 per le ristrutturazioni edilizie in previsione di edifici e case più ecosostenibili. Cedendo il credito o ancora ottenendo detrazioni fiscali sui lavori svolti alla propria casa, un contribuente aiuta lo Stato e l’ambiente a combattere anche il caro energia.

Conclusioni

In conclusione, quindi, la povertà energetica colpisce principalmente i redditi bassi e chi vive in alloggi popolari che sono spesso dotati di impianti datati e ad alto consumo.

In virtù di questo, una soluzione potrebbe essere anche rivalutare proprio questi spazi e rigenerare questi immobili, magari con l’installazione di dispositivi intelligenti che facciano risparmiare gli elettrodomestici anche più del 50%. Per fare questo però servono soldi che forse lo Stato non vuole spendere.