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Cratere di Cerere: oceano sotto la crosta?

Conoscete il cratere di Cerere? Un team di ricercatori ne ha analizzato una parte e ha scoperto che dopo la sua nascita, diversi milioni di anni fa, aveva un’attività geologica molto intensa. Addirittura c’era un’oceano. Scopriamo insieme questa notizia scientifica che sta piacendo molto sul web.

Cratere di Cerere: lo studio su Nature Communication

Andiamo per gradi. Cerere è uno dei pianeti del sistema solare. Su di esso ci sono diversi crateri. Il terzo più grande per grandezza è stato recentemente studiato da alcuni ricercatori che hanno scoperto un sacco di cose nuove.

Nello specifico si è scoperto che Cerere aveva una grande ed intensa attività geologica alla sua nascita, milioni di anni fa. Questa attività è continuata ininterrottamente per altrettanti milioni di anni. Poi, mano mano il pianeta ha iniziato ad avere la conformazione attuale, ovvero un pianeta dall’aspetto lunare.

cratere di cerere attività geologica intensa
Su Cerere c’è sempre stata una grande attività geologica

Il cratere di Cerere, il terzo per grandezza di cui parlavamo, ha dimostrato ai ricercatori che tra le attività geologiche presenti sul pianeta c’era anche quella oceanica. Lo studio è stato recentemente pubblicato sul noto Nature Communication.

Urvara: il terzo cratere di Cerere

Il nome dato al terzo cratere di Cerere studiato dai ricercatori è Urvara. Lo si è analizzato grazie alle immagini di alcune telecamere poste sulla nota sonda Dawn di proprietà della NASA.

cratere di cerere immagine di ulvara
Ecco un’immagine di Ulvara, il cratere di cerere studiato dagli scienziati

Il primo avvicinamento della navicella telecamerizzata al pianeta si è avuta nel 2015. Lo studio è poi durato 3 anni e mezzo. Dalle immagini si è notata l’attività geologia pregressa del cratere Urvara, che andava in combo con l’attività geologia di un altro cratere di Cerere, denominato dagli scienziati Occator.

In entrambi i casi si è notato che su Cerere c’è da sempre stata attività criovulcanica. Al di sotto di Ulvara si è poi riscontrata presenza di elementi salini, che ci dimostrano la presenza di un oceano sul pianeta milioni di anni fa.

Occator: il cratere massiccio

Una parentesi su Occator è d’obbligo. Se Ulvara è ampio 170 km di diametro, Occator è sicuramente il più grande e massiccio dei crateri presenti su Cerere.

Cerere è un pianeta nano, che misura 960 km di diametro compresa la fascia di asteroidi che lo circondano. Su di esso ci sono molti crateri e il primo che di solito si cita parlandone è proprio Occator, che si trova nel suo emisfero settentrionale.

cratere di cerere attività criovulcanica
Dall’immagine si può notare come su Cerere ci sia sempre stata attività criovulcanica

Questo cratere di Cerere è molto interessante perché negli ultimi anni si è notato che al suo interno ci sono molti punti luminosi, di cui, alla fine, si è scoperta la causa. Si tratta di scintillii causati da alcuni resti salini.

Occator è stato il primo passo alla ricerca di attività geologica oceanica su Cerere. Successivamente al ritrovamento di una salamoia sotterranea su Occator ci si è poi mossi in direzione di Ulvara e si è scoperto “l’oceano di Cerere”.

L’oceano sotterraneo di Cerere

Ma quindi c’era o no un oceano sotterraneo su Cerere? Il cratere Ulvara, formatosi 250 milioni di anni fa ci confermerebbe questa teoria grazie alla sua geologia.

Una struttura complessa che suggerisce che al suo interno vi fossero attivi molti strati salini, che si estendono tutt’ora sino dalla crosta sino al nucleo del pianeta. La presenza di sale ci dice che forse c’era acqua e quindi un oceano che però non si è mai espanso sino alla superficie, ma è rimasto – appunto – sotterraneo.

Un altro dato che lo dimostrerebbe sono le pozze di salamoia in serbatoi liquidi che si trovano a 40 km di profondità. In questi pozzi ci sarebbero discrete quantità di materiale salino, di provenienza acquosa.

Lo studio sul cratere di Cerere è stato realizzato dal team di scienziati del Max Planck Institute for Solar System Researche (MPS) di Göttingen, in collaborazione con l’Università di Münster (WWU) e il National Institute of Science Education and Research (NISER) a Bhubaneswar, in India.