Enkey Magazine
Sito di informazione tecnologica

L’IA prevede la data della nostra morte

data della nostra morte

Cambierebbe qualcosa se conoscessimo la data della nostra morte? Ci comporteremmo diversamente, meglio forse, o impazziremmo all’idea di sapere quando tutto finirà? Ovviamente ciò è impossibile, nessuno può sapere in alcun modo come e quando morirà, ma l’IA di Google ci prova ugualmente e sembra sia attendibile al 95%.

L’IA che prevede la morte

data della nostra morte

Google, come ben sappiamo, si diletta a sorprenderci nei più svariati campi della tecnologia, non limitandosi più solamente al motore di ricerca che lo ha reso celebre, ma creando e sperimentando le più grandi innovazioni tecnologiche. Tra le altre cose Google è molto attiva in campo di intelligenze artificiali e l’ultimo progetto realizzato ha dell’incredibile. L’intelligenza artificiale creata dal colosso californiano, infatti, può predire la morte degli utenti con un’accuratezza che sfiora la perfezione. In realtà, non può predire la morte di persone perfettamente sane, ciò sarebbe impossibile. Anche se indicando vari fattori a rischio, come fumo, alcool, aree particolarmente inquinate, si potrebbe comunque avere un quadro generale. Quello che però può fare l’intelligenza artificiale è predire la morte dei pazienti terminali ricoverati in ospedale. Quante volte i medici sconvolgono la vita di migliaia di persone e delle proprie famiglie, diagnosticando una malattia terminale e presupponendo la morte del paziente in un numero approssimativo di giorni, mesi o anni. Spesso queste previsioni non sono veritiere, seppur la malattia porti inesorabilmente alla morte, questa sopraggiunge più velocemente o più lentamente di quanto ci si aspettava. Le previsioni dell’IA di Google invece sono accurate al 95%, un risultato senza dubbio incredibile. Le funeste previsioni dell’intelligenza artificiale sono state testate in 114.000 casi di persone ricoverate in ospedale, individuandone quelle che purtroppo sarebbero morte entro le 24 ore, sbalordendo perfino i suoi creatori per i risultati raggiunti.

Come funziona

Per dar vita alle sue inquietanti previsioni l’IA riesce ad individuare dei dati sensibili in ambito medico, ricreando un quadro clinico dettagliato del paziente, dopodiché li confronta con precedenti diagnosi che si sono rivelate veritiere. L’IA è in grado di leggere e decifrare ogni tipo di informazione medica, esami di laboratorio, TAC ed addirittura note scritte a mano da medici umani, elaborando una grandissima quantità di dati in pochissimo tempo. Ciò può essere davvero utile in campo medico, non solo per predire la morte di un paziente, azione alquanto discutibile da parte dell’IA, ma anche per accelerare i tempi e semplificare il lavoro ai medici. È la prima volta, infatti, che un simile lavoro di ricerca e studio viene realizzato da una mente non umana.

Non solo portatore di morte

data della nostra morte

Ovviamente, per quanto accurate le predizioni possano essere non è piacevole sentire un computer annunciare la nostra morte. Tuttavia i risultati ottenuti dal team di Google sono straordinari anche per salvare milioni di vite. Come detto, infatti, il sistema di ricerca e analisi dell’intelligenza artificiale può accelerare di molto i tempi di diagnosi permettendo un intervento repentino ed aumentando le possibilità di sopravvivenza. Uno dei casi esaminati dall’IA riguardava una donna con cancro al seno e liquido nei polmoni, in quel caso purtroppo non vi è stato nulla da fare, ma confrontato con un team di medici in carne ed ossa, l’IA ha dato risultati molto più accurati, riuscendo ad esaminare per questo singolo caso oltre 175.000 casi in pochissimo tempo, cosa impossibile per un medico umano. “Questi modelli hanno superato in ogni campo i tradizionali e clinici modelli predittivi fino ad ora utilizzati”, spiega Alvin Rajkomar di Google, affermando che, adottare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale negli ospedali, migliorerebbe e accelererebbe i processi di diagnosi e cure dei pazienti, aumentando le probabilità di riuscita.

This post is also available in: English

Potrebbe piacerti anche