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Il mistero del segnale Wow

Da oltre quarant’anni c’è un mistero che affascina gli scienziati di tutto il mondo e il grande pubblico e che non ha trovato ancora risposta, forse.

Tutto ebbe inizio nel 1977: mentre il progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) era al massimo della popolarità, l’osservatorio Big Ear dell’Ohio State University captò un segnale radio proveniente dalla costellazione del Sagittario. Lo strumento riuscì a registrare il segnale per 72 secondi prima che la rotazione della Terra portasse la fonte fuori osservazione.

La denominazione di segnale “Wow” è legata all’appunto scritto dall’astronomo Jerry R. Ehman sui tabulati della registrazione. Lo scienziato, infatti, non riuscì a trattenersi dall’annotare la scritta Wow vicino al segnale riportato sui tabulati. In quegli anni era molto forte tra gli scienziati di tutto il mondo i desiderio di captare tracce di vita extra terrestre e l’entusiasmo dell’astronomo conferma in pieno questa tendenza.

Da quel momento, il segnale Wow divenne famoso in tutto il mondo senza trovare, però, mai un riscontro reale e attendibile sulla sua origine.

Ciò che fu certo fin dal principio fu il fatto che il segnale non potesse provenire da una fonte naturale a causa della frequenza vicinissima al valore esatto (1420,46 MHz) e della larghezza di banda molto stretta, tipici elementi dei segnali artificiali.

Da allora, però, né Big Ear, smantellato nel 1998, né altri radiotelescopi hanno mai captato nulla di simile. Sebbene non possa essere considerato una prova dell’esistenza degli alieni, non esiste ancora una spiegazione condivisa della sua origine.

La ricerca più recente in merito è quella condotta da Antonio Paris del St Petersburg College in Florida nel corso del 2016 che afferma che il segnale Wow sia stato emesso da comete come 266P/Christensen e P2008 Y2 (Gibbs), scoperte nel 2006 ma che nel 1977 avrebbero potuto trovarsi alla portata di Big Ear.

La ricerca di Paris, però, non ha trovato molti consensi tra gli addetti ai lavori che si dimostrano scettici rispetto alla teoria dello scienziato. La critica principale si basa sull’assunto che se davvero le comete e le loro chiome producessero questo tipo di emissioni, gli astronomi dovrebbero captarne di continuo, senza contare che in base alle posizioni delle comete nel 1977 Big Ear avrebbe dovuto sentire il segnale quasi un’ora prima.

Lo stesso Ehman, l’astronomo che captò il segnale Wow nel 1977, è contrario alla teoria di Paris dopo aver rilevato due incongruenze nel corso di uno studio condotto con Robert Dixon, direttore del radio osservatorio presso la Ohio State University.

Prima di tutto il segnale Wow non fu ripetuto e durò per un tempo troppo breve. Ehman fa notare, infatti, che il radiotelescopio Big Ear era dotato di un doppio sistema di ascolto in grado di fornire due campi di vista leggermente differenti. Secondo l’astronomo, se fosse stata una cometa si sarebbe dovuta rilevare una fonte duplice nell’arco di circa 3 minuti: il segnale rilevato fu, invece, singolo.

La seconda critica mossa da Ehman a Paris fa riferimento al fatto che una cometa non produrrebbe questo tipo di segnale, sia perché i gas che circondano il nucleo coprono ampie aree diffuse, sia perché una cometa non potrebbe essere uscita così velocemente dal campo del radiotelescopio.

In ogni caso lo stesso Ehman non si dimostra un difensore convinto della teoria aliena. Secondo lo scienziato esistono diversi fenomeni naturali in grado di fornire una spiegazione all’origine dei segnali radio improvviso. Esistono, ad esempio, i Fast Radio Burst (FRB) ovvero lampi radio molto veloci dall’origine ancora misteriosa che sono in grado di generare segnali radio irregolari della durata anche solo di millisecondi.

Ehman ammette di non saper ancora oggi spiegare il segnale che ha rilevato, e non esclude che potrebbe persino essere riconducibile a un problema del radiotelescopio.

Il mistero rimane, dunque, ben lontano dall’essere risolto.