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Fusione nucleare a proiettile: lo studio di Oxford

L'energia pulita che imita le stelle

Fusione nucleare

La nuova fusione nucleare, definita “a proiettile”, è stata studiata e messa a punto ad Oxford. Si tratta di una svolta del settore energetico, anche se ci sono ancora alcuni punti da chiarire.

Il ritrovato interesse per la fusione nucleare

L’energia pulita che imita le stelle”. Per gli esperti del settore, i più sognatori, questo è ciò che rappresenta la fusione nucleare.

Negli ultimi anni questo settore ha visto una spinta senza precedenti e un ritrovato interesse che sta portando a svolte interessanti.

L’interesse arriva soprattutto dai capitali privati, che vedono un futuro roseo per questa tecnologia. In molti hanno sperimentato diversi sistemi, ma erano tutti complessi e costosi.

Per questo ha destato scalpore l’annuncio della First Light Fusion, spinoff dell’Università di Oxford, che ha detto di aver sperimentato un sistema innovativo per ottenere la fusione, più semplice ed economico.

L’energia che tiene accese le stelle

Fino ad ora l’energia pulita ottenibile dalla fusione nucleare sembrava essere un’utopia, una fantasia futuristica ancora lontana.

Fusione nucleare
L’energia che tiene accese le stelle

Si tratta di una tecnologia capace di riprodurre il processo che tiene accese le stelle, evitando, però, il problema delle scorie radioattive riscontrato con lunghi periodi di decadimento.

Tra le tante voci che si susseguono tra gli esperti del settore emerge il grido di Oxford: ce l’abbiamo fatta! La fusione nucleare sarà presto realtà!

La fusione nucleare è considerata l’energia del futuro. La sorgente d’energia per eccellenza, quella che viene dalle stelle. Ma perché è così importante?

Gli studi ci dicono che questo tipo di energia è sicura, rispettosa dell’ambiente e le risorse sono abbondanti! Inoltre, le uniche emissioni di questo tipo di reazione sono di elio, in piccole quantità, il quale è inerte e può essere rilasciato senza provocare alcun danno all’ambiente.

Molto diverso da ciò che succede oggi nelle centrali nucleare, dove l’energia viene generata attraverso la fissione.

Come funziona la fusione nucleare a proiettile

Per ottenere questo risultato di fusione, First Light ha utilizzato il suo grande cannone a gas iperveloce a due stadi per lanciare un proiettile su un bersaglio, contenente il combustibile di fusione. Il proiettile ha raggiunto la velocità di 6,5 chilometri al secondo prima dell’impatto”, ha spiegato la startup di Oxford.

Fusione nucleare
La fusione nucleare generata dal First Light Fusion di Oxford, più economica e più efficiente

In poche parole viene letteralmente sparato un proiettile, che raggiunge l’incredibile velocità di 23,400 chilometri orari (19 volte la velocità del suono). Il proiettile colpisce un bersaglio costituito da pastiglie di deuterio.

L’impatto innesca una serie di reazioni che intensificano la pressione che passa da 100 gigapascal a 100 terapascal. Tutto ciò innesca la reazione di fusione.

L’energia termica ricavata viene assorbita da uno strato di litio metallico. Dopodiché, uno scambiatore di calore azione le turbine dalle quali si ricava l’elettricità.

Costi ridotti, risultati strabilianti

La cosa che ha destato particolarmente curiosità sono i costi notevolmente ridotti rispetto agli altri metodi sperimentati. La First Light di Oxford ha precisato che per l’esperimento hanno utilizzato solamente 45 milioni di sterline.

La startup ha poi spiegato: “L’attrezzatura di First Light è relativamente semplice, costruita in gran parte con componenti prontamente disponibili. First Light ritiene che questo approccio acceleri il viaggio verso l’energia da fusione commerciale poiché esiste una grande quantità di ingegneria che può essere riutilizzata per realizzare il progetto dell’impianto proposto.

La fusione a proiettile rappresenta una nuova via più semplice ed efficiente dal punto di vista energetico e presenta un rischio fisico minore”.

È in programma un impianto commerciale pilota, del costo di 1 miliardo di dollari, in grado di produrre 150MW. Tuttavia, nonostante i risultati sono incoraggianti siamo ancora lontani da un’effettiva commercializzazione.