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La chiamata alla cyberguerra: hacker uniti per l’Ucraina

Governi e hacker anonimi combattono anche sul fronte virtuale

Cyberguerra

La Resistenza che combatte contro la Russia, ma non solo. Contro tutti coloro che minacciano la pace, che fanno soffrire i popoli. Questa guerra che si combatte come tutte le guerre precedenti. Con vittime, per lo più civili, bombardamenti e altre atrocità. Ma non solo questa guerra si combatte anche su un altro fronte. Un universo invisibile, il cyber spazio. Abbiamo già parlato di Anonymous. Ma quelli firmati dal gruppo di hacker più famoso del mondo non solo gli unici attacchi che sono stati sferrati nel cyberspazio. La chiamata alle armi, alla cyberguerra è totale. Tutti gli hacker sono uniti per l’Ucraina, per il mondo e per la pace.

Chi è entrato nella cyberguerra?

Se ancora nel mondo reale ci sono opinioni contrastanti riguardo al fatto se la terza guerra mondiale sia effettivamente già iniziata o meno, nel mondo virtuale non ci sono dubbi: la Cyberguerra è una guerra mondiale.

Cyberguerra
La Cyberguerra è una guerra mondiale

Se pensiamo ad attacchi informatici pensiamo, ovviamente, ad attacchi di singoli hacker o di gruppi anonimi, civili, cittadini comuni. Ma non è così. I governi mondiali sono più che mai attivi anche su questo fronte.

La Russia stessa ha sferrato diversi attacchi informatici, paralleli agli attacchi sferrati nel mondo reale. La risposta dei governi occidentali è stata immediata. Ci sono hacker anonimi che si schierano da una parte o dall’altra.

Ci sono poi gli hacker che non si schierano con nessun governo in particolare, ma combattono per la pace. Questa è quella che possiamo chiamare la Resistenza. La nostra moderna Resistenza.

Gli attacchi russi

Forse la differenza più sostanziale tra gli attacchi informatici sferrati dagli hacker e quelli sferrati dai governi è che i primi rivendicano quasi sempre le loro azioni, i secondi no.

Nelle precedenti settimane ci sono stati una serie di attacchi non rivendicati, ma attribuiti sin da subito alla Russia.

Sembrerebbe, infatti, che gli attacchi militari siano stati preceduti da quelli informatici. Tra il 15 e il 16 febbraio una serie di virus ha messo fuori uso i siti di banche e di agenzie governative ucraine. Mentre nei giorni stessi dell’invasione russa, nei server della difesa militare ucraina sono stati trovati dei malware.

Come detto la Russia non ha rivendicato questi attacchi, ma l’Occidente li ha prontamente attribuiti all’intelligenze russa.

Cyberguerra: la risposta occidentale

L’Occidente ha dimostrato di essere molto più potente della Russia nella cyberguerra. A dimostrazione di ciò vi è la velocità con la quale gli attacchi di cui abbiamo parlato sono stati prontamente smascherati.

Cyberguerra
Sul fronte virtuale ci sono i governi mondiali, ma anche i singoli hacker

Ciò dimostra alla Russia l’efficienza e la capacità occidentale di individuare e smascherare un attacco, con la conseguente capacità di osservare da vicino le mosse dell’avversario, di penetrare nelle sue reti e nelle sue infrastrutture.

Con l’inizio della guerra, inoltre, l’Unione Europea ha velocemente messo in piedi una task force informatica, per individuare e bloccare qualsiasi attacco informatico proveniente dalla Russia. Tuttavia, per il momento, l’Occidente sta ancora valutando come procedere.

Hacker non governativi

Se i governi stanno ancora studiando le loro prossime mosse, i singoli hacker informatici no. In molti si sono già schierati sui diversi fronti di questa cyberguerra.

Ci sono gli hacker filo-russi e filo-Putin, come il Conti Group, che ha dichiarato sul web di essersi schierato apertamente dalla parte di Mosca e di star controllando qualsiasi possibile attacco informatico contro il Cremlino.

Tuttavia, i gruppi pro-Ucraina e pro-Occidente sono notevolmente maggiori e, forse, più preparati. Un gruppo di hacker è, infatti, entrato nel sistema del Conti Group, diffondendo oltre 400 file sui loro contatti con il governo russo.

Tutti il mondo, non solo Anonymous, sta rivendicando diversi attacchi informatici ai danni della Russia. Come quello rivendicato da i Belarusian Cyber-Partisans, letteralmente i cyber partigiani bielorussi, che ha interrotto il trasporto su rotaia dalla Russia alla Bielorussia.

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