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Retrogaming: la passione che non finisce mai. Alzi la mano chi ha amato ranicchiarsi sul Gameboy giocando a Tetris, mentre in auto verso la destinazione delle vacanze mamma e papà parlavano di cose poco interessanti? Eccomi! Ricordate quando ci rotolavamo nei panni di Sonic con il SEGA, o saltavamo sopra i mattoncini con Super Mario, qui ci scende una lacrimuccia di commozione. Se siete nati negli anni 80 come me, ricorderete con amore l’avvento dei videogiochi nelle case. In questo articolo parleremo proprio dei giochi del cuore, quelli che ci hanno appassionato da piccoli e ancora amiamo da grandi.

Retrogaming: perché i gamers tornano ai classici
Chiamiamolo sentimentalismo, ritorno di fiamma, dolci ricordi. Il retrogaming è l’amore per i grandi classici che non tramonta mai. Ricordo ancora con tanta nostalgia, la sorpresa che avevo negli occhi quando mio padre portò a casa il Commodore ’64. C’erano diverse cassette con giochi di vari generi, dallo sport all’avventura. Il mio preferito in assoluto era Maniac Mansion. A vederli adesso, con una grafica fatta di pixel e quelle musichette divertenti, a molti verrebbe da ridere perché sembrano spesso banali. Invece erano davvero difficili, soprattutto i livelli di Super Mario o Sonic.
In quegli anni c’erano titoli come Street Fighter e Pacman che erano letteralmente presi d’assalto anche sui cabinati (lo so, una di quelle ero io). Nel corso dei decenni il mercato delle console ha continuato la sua crescita e le aziende tecnologiche cercavano di portare a casa la propria fetta della grande torta dei videogames. Sono passati circa quarant’anni dall’uscita delle prime console e i giocatori appassionati continuano a guardarsi indietro con nostalgia. Ammettetelo che anche voi avete i grandi classici sulla vostra console.

Economico? Sì, ma divertente!
I giochi classici sono molto economici rispetto a quelli attuali e soprattutto ai tripla A. Le limitazioni di budget non hanno impedito la realizzazione di giochi memorabili. C’è chi non ha mai messo la sua PlayStation One in soffitta, nonostante gli acciacchi, continua ad utilizzarla come il primo giorno. Certo, avrà qualche rallentamento, si litigherà con la schermata di avvio, ma è piena di giochi super divertenti. Anche se alcuni ci fanno perdere delle diottrie, a noi non importa.
Oltre al fattore divertimento, i giochi retrò si trovano anche con custodia originale di seconda mano. Le console “old”, se trattane con riguardo, possono funzionare ancora. Se pensiamo alle console attuali, che sono sempre più costose e lo stesso vale per i giochi di nuova generazione, ci vuole un mutuo solo per comprarne alcuni. Ovviamente c’è molto lavoro sia sul design dei giochi, che sulle componenti, ma come possiamo giustificare 80-100 euro per un gioco che poi magari nemmeno ci piace? E vogliamo parlare dei bug e dei glitch, quanto sono fastidiosi anche se buffi (non ho nominato Ubisoft e Bethesda. Ops l’ho fatto!).
Per molti della nostra generazione è un modo come un altro per mostrare ai figli i giochi con i quali sono cresciuti. I giochi di un tempo erano adatti veramente a tutti, dai bimbi ai genitori. Ricordo quando giocavo a Destruction Derby insieme ai miei genitori, mia mamma era quella che si divertiva a distruggere più auto.

C’era una volta il NVA
A Nottingham nel 2015 è stato inaugurato il National Videogame Arcade. Si tratta di un centro dedicato interamente al mondo videoludico. Ogni anno organizza eventi alla portata di tutti e accoglie migliaia di visitatori da tutto il mondo.
Il direttore, Iain Simons, ha dichiarato: “Si tratta di uno degli argomenti di cui parliamo più spesso alla NVA. Non sai dove ti trovi, se non sai dove sei stato. È importante ricordare che il fatto che la tecnologia abbia fatto progressi, non significa necessariamente che i nuovi giochi siano migliori di quelli vecchi. Una delle cose che abbiamo notato è che molti videogiochi per computer degli anni ’80 erano molto più difficili dei giochi a cui giocano i ragazzi oggi. I bambini in gita scolastica si arrabbiano molto quando scoprono di non riuscire nemmeno a superare il primo livello di Donkey Kong!”.
Purtroppo questo Museo ha chiuso definitivamente e a noi dispiace veramente tanto.

L’aspetto nostalgia dei retrogaming
Sono nati come funghi i negozi che si occupano esclusivamente di retrò. La nostalgia che ti viene quando vedi una scatola di un vecchio gioco, oppure una vecchia console, è impareggiabile e loro sono stati bravi a cavalcare l’onda.
Le sale giochi e i gaming cafè sono ottime per chi vuole passare un pomeriggio immerso nei ricordi. Anche gli eventi dedicati ai videogiochi, come le fiere, ad esempio in Sardegna il Sassari Cosplay, ti permettono di poter mettere mano ai vecchi cabinati. Alcuni cabinati sono stati migliorati con degli schermi appositi per chi soffre di epilessia. Più comuni negli Stati Uniti e in Giappone, adesso stanno prendendo piede un po’ in tutto il mondo: dall’Inghilterra all’Italia, passando poi per la Corea del Sud.
Vi faccio l’esempio del Konbo Arcade Cafe di Edimburgo che pensa che un buon caffè e un videogioco arcade classico siano la combo perfetta per passare una bella giornata.

Nintendo e quel tocco di modernità
La Nintendo, uno dei nomi più conosciuti in campo videoludico, ha sempre avuto un’enorme passione per i classici. Questo le ha permesso di proporre una vasta libreria sia nelle vecchie che nelle nuove console. Il suo SNES è epico, lo stesso ha fatto Atari promettendo di rilanciare la sua nuova console dopo i 40 anni dal lancio del Video Computer System originale.
I giochi retrò sono davvero molto accessibili, puoi sederti a giocare 30 o 40 minuti e sentirti di aver compiuto un’impresa gratificante. Con molti dei giochi moderni non basta un’ora per completare almeno una missione e ci vogliono 200 ore buone per esplorare alcune grandi mappe negli open world.
I giochi classici sono un modo positivo di rivivere i ricordi della propria infanzia, un po’ come quando giochi con tua sorella lanciandole un “hadouken”. Possiamo affermare che la vecchia tecnologia sia tornata e sia lontana anni luce dal Game Over.