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Caricatore universale: la proposta della Commissione Europea

In arrivo un unico caricabatterie per qualsiasi dipositivo elettronico?

Nelle ultime settimane si è diffusa una notizia che potrebbe rivoluzionare il mondo tecnologico europeo: la Commissione Europea ha presentato una proposta per uniformare lo standard dei caricatori per dispositivi mobili. La notizia è di fine settembre e tale decisione, se verrà presa, ha come obiettivo stabilire regole comuni per la ricarica di telefoni, tablet, fotocamere, consolle, altoparlanti e cuffie. Scopriamo quindi i dettagli di questa proposta riguardante la futura adozione di un unico caricatore universale.

I dettagli

Da anni ormai si attende che i produttori di tecnologia prendano provvedimenti per unificare i propri standard, trovino soluzioni convenienti per tutti. Ora secondo la Commissione Europea i tempi sono maturi per un intervento legislativo. Da circa un decennio infatti sta provando a coinvolgere le aziende attraverso accordi su base volontaria, che hanno funzionato solo in parte. La mancata accettazione in molti casi ha spinto Bruxelles a formulare la proposta di una nuova normativa per il caricatore universale. L’obiettivo è unificare lo standard dei caricatori utilizzandone universalmente uno solo: quello con porta USB-C. La proposta sarà ora vagliata dal consiglio UE e dal parlamento europeo.

Secondo una previsione ottimistica la normativa dovrebbe entrare in vigore già nel 2024. Ciò sarà possibile solo se il Parlamento europeo terminerà il proprio lavoro sulla proposta raggiungendo un accordo con il Consiglio dei ministri entro la fine del 2022. Così gli Stati membri avranno due anni per attuare la normativa. Anche se, ufficialmente, i lavori sulla proposta non sono ancora iniziati, l’approvazione del Parlamento Europeo è data da molti già quasi per scontata.

Caricatore universale: le motivazioni

Tutti noi, da consumatori di prodotti elettronici, abbiamo vissuto il fastidio di acquistare un nuovo dispositivo dovendo verificare il possesso di un cavo di alimentazione adatto. La proposta dell’UE sarebbe dunque mossa da due motivazioni importanti. La prima è chiaramente la comodità del consumatore, che non deve sentirsi obbligato a cambiare caricabatterie ogni volta che compra un nuovo dispositivo, buttando i precedenti o accumulandoli nei cassetti di casa. Si tratta infatti di una spesa che potrebbe essere evitata, aumentando il welfare di chi compra (si stima che verrebbero risparmiati circa 250 milioni di euro l’anno).

Oltre a questa prima motivazione, l’iniziativa della Commissione ha anche un altro obiettivo: diminuire la quantità di e-waste. Secondo le stime, quanto verranno ridotti i rifiuti elettronici? Molti dicono di addirittura circa mille tonnellate l’anno. Sarebbe una bella cifra considerando che i rifiuti elettronici costituiscono il flusso di rifiuti a più rapida crescita in UE. La proposta rappresenterebbe quindi una vittoria importante per gli europei e l’ambiente, un passo fondamentale per ridurre gli sprechi.

Caricatore universale
Per i consumatori è scomodo e dispendioso servirsi di cavi diversi

Caricatore universale: gli oppositori

Come è normale, alcune grandi aziende tecnologiche non hanno accettato la proposta e si stanno già opponendo alla mossa di Bruxelles. Si tratta di quei brand che ora non utilizzano il cavo che verrà scelto come universale e che, logicamente, perderebbero una cospicua fetta di guadagni. Primo tra tutti c’è Apple, che ha risposto con una nota sostenendo che questo provvedimento interromperà un ecosistema fiorente, creerà più rifiuti elettronici e maggiori disagi agli utenti. Inoltre si tratta di un ostacolo per l’innovazione.

Infatti è vero che l’adozione di un unico cavo caricabatterie potrebbe aumentare gli sprechi, dal momento che quando i consumatori dovranno adattarsi alla normativa getteranno via la maggior parte dei caricatori in loro possesso, costretti dalla regolamentazione a compiere un’azione scomoda. Ma secondo la Commissione Europea bisogna fissare obiettivi a lungo termine: i disagi iniziali potrebbero essere ampiamente ripagati nel giro di pochi anni. Le aziende potrebbero aggirare il problema puntando esclusivamente sui dispositivi con ricarica wireless. In ogni caso nei prossimi mesi si cercherà di trovare una soluzione che protegga gli interessi dei consumatori e delle aziende.

I tipi di caricatori

Nell’ultimo decennio sono emersi molti tipi di cavi per la ricarica, tra cui i più diffusi sono tre: USB-C, USB micro-B e Lightning. Il più utilizzato però, contando telefoni, cuffie, altoparlanti, consolle, computer e altri dispositivi, è il primo. Per questo è stato scelto proprio quello come caricabatterie universale, nonostante la Commissione non escluda un adattamento della norma in caso emergesse in futuro un nuovo e migliore standard.

Il cavo USB-C è attualmente in uso per prodotti di aziende come Samsung, Xiaomi e Huawei. Non c’è da meravigliarsi dunque che Apple sia il brand più colpito: il cavo più utilizzato dai dispositivi iOS è il Lightning con una porta personalizzata. Un intero sistema dovrebbe essere modificato. A tagliare la testa al toro, come già detto, potrebbe essere la tecnologia wireless. Un futuro dominato da caricabatterie senza fili eliminerebbe in un colpo sia i disagi e le spese dei consumatori, sia l’aumento dei rifiuti.

Caricatore universale
L’utilizzo di caricatori wireless aggirerebbe il problema
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