Il concetto di cambiamento climatico non è soltanto un concetto di interesse ambientale ma è legato in qualche modo anche al campo sociale, economico e politico. L’esempio di ciò è il lancio del primo satellite franco-cinese.
Il satellite è in orbita dallo scorso 22 ottobre, al fine di studiare venti e onde superficiali oceaniche 24 ore su 24. Questa operazione ha lo scopo di prevedere al meglio i cicloni climatici in modo da migliorare la comprensione del cambiamento climatico.
Cosa significa “cambiamento climatico”?
“Il cambiamento climatico è un cambiamento del clima che sia attribuibile direttamente o indirettamente ad attività umane, che alterino la composizione dell’atmosfera planetaria e che si sommino alla naturale variabilità climatica osservata su intervalli di tempo analoghi.
Possiamo quindi dedurre da questa definizione che il cambiamento climatico può essere misurabile, in prima analisi, attraverso variazioni sistematiche nelle grandezze statistiche delle variabili meteorologiche, che siano calcolate in un intervallo di tempo di diversi decenni e di norma almeno trentennale”.
Questa è l’espressione del concetto “cambiamento climatico” secondo l’UNFCCC (Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite).
I satelliti e la meteorologia
«L’ambiente e il clima del nostro pianeta sta cambiando e noi stiamo varcando questa realtà complessa. Potremmo arrivare a risolvere queste problematiche con più fattori: il riscaldamento del pianeta aumenta parallelamente alla nostra volontà di risolvere i problemi, nel prevedere la sua evoluzione e risolverla.
I satelliti? Sono sempre di grande aiuto per le grandi problematiche del pianeta, pensiamo all’osservazione e monitoraggio del buco nell’ozono. E saranno di grande supporto per risolvere e studiare i cambiamenti climatici.
Il ruolo tra i satelliti, il clima e la meteorologia? Basti pensare alle migliaia di vite umane salvate grazie all’occhio elettronico dei nostri satelliti nello spazio».
Questa è una dichiarazione di Franco Einaudi rilasciata negli scorsi anni. Adesso questa specie di predizione di Einaudi si riscontra nel lancio del satellite franco-cinese, volto a studiare i fenomeni riguardanti il cambiamento climatico.
Sono già stati lanciati in orbita satelliti che registrano la topografia della superficie marina come i Jason (Cnes-NASA) e i Sentinel (ESA). La differenza tra questi esempi ed il nuovo satellite generato da Francia e Cina è che quest’ultimo integra alle misurazioni marittime quelle atmosferiche.
In questo modo CFOSAT riesce a stimare il trend della temperatura globale del nostro pianeta.
Il satellite CFOSAT
Il satellite si chiama CFOSAT che sta per China-France Oceanography Satellite. Lo strumento di rilevamento pone particolare attenzione agli uragani e cicloni, alla loro genesi e propagazione, sempre più frequente. Il satellite usa come strumenti di rilevamento due radar progettati per analizzare la forza e la direzione del vento e delle onde oceaniche.
Il primo è il radar SWIM di fabbricazione francese, che misurerà la direzione e la lunghezza d’onda delle onde. Il secondo radar del satellite è SCAT, di fabbricazione cinese, che analizzerà la forza e la direzione dei venti.
Il satellite è entrato in orbita a 520 chilometri (323 miglia) sopra la Terra, secondo l’Amministrazione statale della scienza, della tecnologia e dell’industria cinese per la difesa nazionale.
Lo strumento, dal peso approssimativo di 650 chilogrammi, è il primo satellite che viene fuori da una collaborazione tra Cina e Francia e che permetterà agli scienziati del clima di comprendere meglio le interazioni tra gli oceani e l’atmosfera.
Questo progetto innovativo e singolare è stato inizialmente proposto alle agenzie spaziali francesi ed europee. Sappiamo però che tra Parigi e Pechino, nel campo della tecnologia spaziale, vi è una collaborazione storica, per questo il satellite è stato poi affidato agli studiosi franco-cinesi.
Il satellite CFOSAT rimarrà in orbita per 3 anni nella sua missione oceanografica. Wang Lili, project manager della stazione spaziale cinese dichiara: “Siamo entrati in collaborazione con la Francia perché eravamo certi del supporto reciproco tra i nostri stati, ma anche perché la Francia ha una conoscenza notevole circa la sonda utile per le analisi delle onde oceaniche“.
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