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Lo scorso 10 settembre è stata lanciata la missione Polaris Dawn e noi di Enkey da appassionati di spazio e scienza quali siamo non potevamo non parlarne. Ci siamo presi qualche settimana per sondare le fonti sul web che hanno raccontato questa importante esplorazione spaziale privata, la prima che nasce con l’obiettivo di effettuare la prima Attività Extraveicolare privata della storia. Un evento significativo non solo per la sua unicità, ma anche perché segna un momento cruciale per il turismo spaziale e le tecnologie sviluppate da SpaceX.
Polaris Dawn e il suo significato
Polaris Dawn è stata lanciata dal Kennedy Space Center, utilizzando il razzo Falcon 9 e la navicella Crew Dragon Resilience. L’equipaggio era composto da quattro membri: il comandante Jared Isaacman, il pilota Scott Poteet, e le specialiste di missione Sarah Gillis e Anna Menon.
Questa missione ha voluto raggiungere un’altitudine record di circa 1400 km, prevedendo anche di condurre oltre 36 esperimenti scientifici, inclusi studi sugli effetti delle radiazioni spaziali sulla salute umana.
Ma la vera novità di questo lancio è l’EVA (Attività Extracurriculare) programmata per il terzo giorno di missione. Un’attività che ha coinvolto Isaacman e Gillis: la prima passeggiata spaziale effettuata da astronauti privati, un traguardo che ha definitivamente aperto le porte a future esplorazioni commerciali nello spazio.
Una preparazione specifica…
La preparazione per l’EVA programmata in Polaris Dawn ha richiesto lo sviluppo di tute spaziali avanzate progettate specificamente per questa missione. Questo perché la capsula Dragon non disponeva di una camera di equilibrio.
Sapete questo cosa significa? Che al momento dell’apertura del portello, l’intera navicella è stata esposta al vuoto cosmico. Un’eventualità che ha ricordato agli amanti della fantascienza i grandi film ambientati nello spazio in cui i protagonisti si ritrovano faccia a faccia con lo spazio, profondo e buio.
A questo punto c’è da chiedersi chi potrà in futuro andare nello spazio per la prima volta. La missione Polaris Dawn segna un punto di svolta nel turismo spaziale. Si dovrà dunque iniziare a pensare a come istruire coloro che vorranno partecipare ad esperienze spaziali significative.
Ad oggi i membri dell’equipaggio sono tutti esperti o professionisti del settore aerospaziale, ma l’idea è quella di rendere queste opportunità accessibile ad un pubblico più ampio in futuro. Lo stesso Jared Isaacman, che ha finanziato la missione con la Shift4Payments, ha già dimostrato interesse per l’inclusione di passeggeri non professionisti.
Come si è svolta Polaris Dawn?
Vediamo ora come si è svolta la missione Polaris Dawn. Ci troviamo in un’orbita ellittica che varia tra 190 km (perigeo) e 1400 km (apogeo) dalla Terra. Questo approccio ha consentito all’equipaggio di attraversare le fasce di Van Allen, dove sono stati condotti esperimenti sui rischi associati alle radiazioni spaziali.
Durante i cinque giorni di missione, gli astronauti hanno vissuto in condizioni di microgravità e hanno dovuto affrontare sfide legate alla salute e alla sicurezza.
Le tute spaziali utilizzate durante l’EVA sono state progettate con tecnologie avanzate per garantire la sicurezza degli astronauti. Ogni tuta è stata dotata di un sistema di monitoraggio che ha fornito dati in tempo reale su temperatura, umidità e pressione interna. Inoltre, il design della tuta includeva un display integrato nel casco che ha permesso agli astronauti di visualizzare informazioni critiche durante le loro attività extraveicolari.
Insomma, una missione che rappresenta ad oggi un unicum nella storia dei viaggi nello spazio. Un passo significativo verso un futuro in cui esplorare il cielo, anche a scopi commerciali, potrebbe essere la chiave per l’inizio di una nuova ed elettrizzante era. Vedremo come e tra quanto anche i “civili” non professionisti potranno vivere questi momenti di vita spaziale, ma soprattutto a che prezzo.