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Il primo reato spaziale

Primo reato spaziale

Anne McClain è un astronauta di 40 anni americana pluridecorata e candidata a diventare la prima donna a camminare sulla Luna. Eppure nelle ultime settimane è diventata famosa per una storia totalmente diversa. Si tratta pur sempre di un primato unico di risonanza mondiale, ma di tutt’altro genere. Stiamo parlando del caso che la vede coinvolta nell’accusa di hackeraggio informatico e bancario, avvenuto proprio mentre era a bordo della ISS. Sia che venga accusata o meno il caso deve essere studiato nei minimi dettagli e servirà per capire come comportarsi in futuro, perché quello in questione altro non è che il primo reato spaziale nella storia dell’umanità.

L’accusa di hackeraggio

Per capire meglio la vicenda dobbiamo fare qualche passo indietro: partendo dal conoscere le protagoniste della storia. Si tratta, come dicevamo, dell’astronauta Anne McClain e dell’ex moglie: Summer Worden, ex 007 dell’aeronautica americana.

Primo reato spaziale
Anne McClain e l’ex moglie Summer Worden

Le due si erano sposate nel 2014, ma nel 2018 sono arrivati i problemi. McClain accusò la moglie di violenza, il caso fu poi archiviato ma la disputa finì, inevitabilmente, con il divorzio. Da lì iniziò una dura lotta tra avvocati e tribunali, soprattutto per la contesa del figlio.

Nel corso della vicenda la McClain partì alla volta della ISS, per una missione della durata di sei mesi. Ed è proprio lì che il caso oltrepassò i confini del pianeta Terra.

Sembrerebbe, infatti, che Summer Worden si accorse che l’ex moglie controllava il suo conto e così chiese alla banca di controllare i computer dai quali avveniva l’accesso. Incredibilmente si scoprì che tra quelli vi erano dei server alquanto particolari, quelli a bordo della ISS.

Anne McClain
Anne McClain insieme al figlio

Worden denunciò la McClain di furto d’identità e di accesso improprio al proprio conto finanziario personale. Fu così che in men che non si dica la vicenda si trasformò in un caso mediatico che volente o nolente passerà alla storia come il primo reato spaziale.

Il primo reato spaziale

Potrebbe essere, quindi, il primo caso di cyber crime spaziale. Ma, se anche la McClain venisse discolpata e ne uscisse del tutto illesa, il caso non ha nessun precedente ed è di estrema importanza per iniziare a capire come muoversi in futuro, magari per casi anche più rilevanti.

Anne McClain
Anne McClain

Nel frattempo l’astronauta si è difesa, dichiarando che non c’è nulla di vero nelle dichiarazioni dell’ex moglie. “Abbiamo attraversato una dolorosa, personale separazione che ora è divenuta, sfortunatamente, di dominio pubblico”.

La McClain è tornata a Terra lo scorso Giugno, dopo 204 giorni in orbita. Ed è bene ricordarla per ben altre vicende. Nel corso dell’ultima missione, ad esempio, avrebbe dovuto partecipare alla prima passeggiata spaziale completamente in rosa. Passeggiata purtroppo sfumata. Ed al momento è la candidata numero uno per la prossima passeggiata lunare.

Di chi è il caso?

Innanzitutto, attualmente, non si sa nemmeno come iniziare il caso, giacché la ISS non batte alcuna bandiera. Il caso personale tra le due donne coinvolge ora il mondo intero, o almeno le cinque agenzie spaziali che collaborano sulla stazione: Stati Uniti, Europa, Russia, Giappone e Canada. Il caso va, quindi, trattato allo stesso modo dei crimini avvenuti in acque internazionali.

“Solo perché è nello spazio non vuol dire che non sia soggetto alla legge”.

In futuro, tuttavia, lo spazio sarà sempre più affollato e allora questo è il caso perfetto per iniziare a studiare delle leggi ad hoc.

Ad esempio, il caso fa nascere molti dubbi su un’ipotetica ius soli e ius sanguinis spaziale. Sulla ISS non è ancora nato nessun bambino, ma vista l’intenzione nel dar vita a missioni di lunga durata e, addirittura, alle prime colonie, l’argomento andrebbe affrontato il prima possibile.

Stazione Spaziale Internazionale
ISS – La stazione spaziale internazionale

E che dire del turismo spaziale? Già dal prossimo anno inizieranno i primi viaggi turisti e, se anche dureranno solo pochi minuti, coinvolgeranno almeno 400 persone l’anno. Non possiamo certo mandare dei turisti in un luogo dove non vige alcuna legge.

Sembra, quindi, che il primo reato spaziale sia capitato proprio al momento giusto. È possibile che senza un reato reale nessuno aveva pensato prima al problema? Un bug legislativo spaziale che rischiava di divenire senza dubbio molto più grave di una disputa tra ex coniugi.

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