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ChatGPT acquisisce la memoria

L'intelligenza artificiale si ricorderà di te

ChatGpt acquisisce la memoria

ChatGpt ora si ricorda di te, di quello che gli dici, dei tuoi gusti e delle tue passioni. L’intelligenza artificiale acquisisce oggi la memoria. Perché si tratta di un passo importantissimo per l’AI? Dovremmo preoccuparci dei possibili rischi?

Cos’è la memoria dell’intelligenza artificiale

Ci sono molti pro e molti contro nell’utilizzo smodato dell’intelligenza artificiale. In molti temono che questa acquisisca troppe capacità, a tal punto da diventare un rischio per l’umanità.

ChatGpt acquisisce la memoria
La memoria dell’intelligenza artificiale

La preoccupazione è quella che l’AI diventi più intelligente e potente di noi. Una delle minacce è proprio quella che essa possa sviluppare una memoria superiore alla nostra. Una memoria permanente e perfetta, che il nostro cervello umano non è in grado di immagazzinare.

Ma questo è proprio quello che le aziende stanno promettendo. Gli assistenti virtuali possono diventare la nostra agenza personale immagazzinando tutte le informazioni che noi non riusciamo a ricordare: date, appuntamenti, ricorrenze.

Tuttavia, la memoria è in grado di fare molto di più. Quello che ChatGpt promette di fare non è solo il ricordare le date e gli appuntamenti, ma ricordare le conversazioni.

Ad esempio, se in una conversazione chiediamo la strada per andare in un ristorante di pesce, è possibile che il chatbot registri l’informazione sulle nostre preferenze culinarie. E quest’informazione potrebbe essere utilizzata in qualsiasi altra conversazione anche fuori contesto, magari se chiediamo all’AI una ricetta per la cena.

Memory: la funzione memoria di ChatGpt

Tutto ciò viene presentato da Open AI semplicemente come una nuova funzione di ChatGpt, chiamata Memory.

Memory è, in poche parole, una memoria a lungo termine, che consente al chatbot di ricordarsi di noi, dei nostri gusti, delle nostre preferenze, di ciò che facciamo, di quelle che sono le nostre abitudini ma anche, semplicemente, del nostro modo di chiacchierare.

Fino a oggi la memoria del chatbot era limitata alla singola chat in corso, sebbene era possibile inserire delle istruzioni personalizzate. Ora l’AI si ricorda di noi anche senza l’inserimento delle istruzioni personalizzate.

La funzione sarà disponibile sia nella versione a pagamento che in quella gratuita.

Quali sono i possibili rischi di questa funzione?

La memoria di ChatGpt può portare dei rischi? In realtà sì, ma al momento non dobbiamo ancora preoccuparci di un possibile scenario fantascientifico. I rischi attuali sono principalmente legati alla privacy.

ChatGpt acquisisce la memoria
ChatGpt acquisisce la memoria

Potremmo, infatti, aver parlato con l’AI di argomenti privati e questa potrebbe riutilizzarli in qualsiasi momento, anche in presenza di altre persone.

Ma non solo, come sappiamo le intelligenze artificiali utilizzano le informazioni fornite dagli utenti per addestrare i propri algoritmi e questa potrebbe essere un’ulteriore violazione della privacy.

Per evitare tutto ciò possiamo disattivare la funzione memory, ma possiamo anche “svuotare” la memoria.

La memoria di ChatGpt è sicura?

L’azienda fa sapere che sta lavorando affinché l’intelligenza non memorizzi le informazioni sensibili. Ad esempio, se dite al chatbot la vostra password questo non la memorizzerà. Tuttavia, è sempre bene non comunicare all’intelligenza artificiale questo tipo di informazioni.

L’azienda sta anche facendo in modo che l’AI non memorizzi nessuna informazione relativa alla salute, in quanto si tratta sempre di informazioni sensibili.

Secondo molti esperti del settore la memoria a lungo termine può cambiare completamente l’esperienza con i chatbot, migliorandola notevolmente.

Può essere molto efficace per creare esperienze uniche: il chatbot può iniziare a personalizzare le sue risposte in base a ciò che sa l’utente. L’assenza di memoria a lungo termine può creare un’esperienza fastidiosa. A nessuno fa piacere dover ripetere in continuazione di essere vegetariano a un chatbot che deve consigliargli un ristorante”, spiega Harrison Chase, fondatore di LangChain.

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