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Amazon e l’algoritmo che inventa la moda

Amazon - Generative Adversarial Network

Lo scopo di Amazon è sempre stato quello di monopolizzare il mercato, mettendo sotto i riflettori quello che desiderano i clienti, che gli viene poi inviato fino a sotto casa. Il piano è partito dai libri, ma poi si è ampliato a molte altre categorie fino ad arrivare anche agli abiti. A quanto pare però i piani della compagnia sono ancora più ambiziosi di quel che sembra. Pare infatti che Amazon stia trovando un modo per disegnare nuovi modelli di abiti senza l’aiuto di stilisti o di esseri umani.

La tecnica GAN crea dei veri e propri stilisti

La notizia arriva dal magazine tecnologico americano, l’MIT Technology Review: secondo la rivista un team interno della compagnia e-commerce sta lavorando in un centro di ricerca a San Francisco per lo sviluppo di un algoritmo in grado di analizzare immagini e capire come funziona lo stile di alcuni abiti. Da questi dati raccolti, l’intelligenza artificiale elabora nuovi capi di abbigliamento mai visti prima. La ricerca è ancora nelle fasi iniziali e non è pronta all’uso, ma lascia capire qual è l’obiettivo futuro di Amazon.

Per riuscire in questa impresa, il team di sviluppo usa una tecnica di programmazione che va sotto l’acronimo di GAN, ovvero Generative Adversarial Network. In origine l’idea è stata ideata da dei ricercatori Google e non è altro che una virtualizzazione della realtà. L’algoritmo in pratica crea due intelligenze artificiali che analizzano i dati ricevuti da due “punti di vista” diversi e si confrontano continuamente per elaborare una soluzione che convince entrambi, creando così un nuovo modello di abito. In pratica i due computer svolgono lo stesso lavoro degli stilisti, e proprio come loro sono in grado di apprendere e comprendere dalle vecchie mode, riuscendo a replicarle e migliorarle.

L’ambizione di Amazon

Amazon non ha ancora rilasciato annunci ufficiali, né si è espressa su come voglia utilizzare questa tecnologia. Potrebbe essere utile per migliorare il commercio di vestiario del sito, magari ingrandire le etichette di moda private della compagnia. Non sarebbe la prima volta che Amazon decida di espandersi (con successo) in nuovi mercati. Inoltre è noto che le piccole compagnie di moda che possiede non abbiano ancora avuto molto successo.

Generative Adversarial Network

Un sito di moda esterno alla realtà di Amazon, chiamato Stitch Fix, utilizza una IA molto simile a quella discussa poco sopra. Secondo le sue dichiarazioni, da quando ha iniziato ad utilizzare questa intelligenza artificiale le vendite sono salite moltissimo. Stitch Fix tuttavia si serve anche di stilisti in carne ed ossa, che controllano e migliorano le idee suggerite dal computer. Per le possibilità attuali quindi un uso autonomo delle macchine è da escludersi, ma non sarebbe la prima volta che Amazon riesca a stupire tutti.

C’è da ricordare che la compagnia ha da poco messo sul mercato il discusso Echo Look, il piccolo robottino in grado di valutare i look e di scattare foto delle persone davanti a lui. All’interno del dispositivo è installato un algoritmo di auto apprendimento che riceve consigli di moda da specialisti nel settore.

Echo Look
Amazon Echo Look e il suo occhio vigile

Cosa c’è da aspettarsi?

Nonostante nulla sia stato confermato, né dalla compagnia né da team esterni, l’idea di avere una intelligenza artificiale in grado di compiere il lavoro degli stilisti non è da escludersi. Di recente è sorta la polemica che riguardava la violazione della privacy di alcuni dispositivi casalinghi, tra cui anche il già citato Amazon Echo Look. La compagnia potrebbe sfruttare i dati raccolti dalla sua macchina per alimentare l’apprendimento e le capacità del suo algoritmo GAN, riuscendo così a creare lo “stilista definitivo”.

Altri dubbi svaniscono se si pensa al fatto che quest’anno Amazon abbia iniziato a costruire una fabbrica di vestiti on-demand. Secondo varie testimonianze questa fabbrica sarebbe in grado di manifatturare vestiti rapidamente, solo quando vengono ordinati dal negozio online. In questo modo ovviamente vengono limitati al massimo tutti i costi di deposito e di eccessi. Il futuro è automatizzato, e questo Amazon sembra averlo capito bene.

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