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Jet Fusion 3D, arrivano le stampanti 3D professionali di HP

La società statunitense presenta la prima famiglia di stampanti 3D sviluppate sulla base della tecnologia 3D Multi Jet Fusion che permette di eseguire un processo di stampa capace di gestire il progetto voxel per voxel, aprendo numerose possibilità di produzione e di personalizzazione

Una tecnologia di stampa voxel per voxel

HP sceglie il palcoscenico del RAPID, il principale evento focalizzato sulla produzione additiva e sulla stampa 3D che si tiene in questi giorni ad Orlando, per annunciare importanti novità per quanto riguarda le proprie soluzioni di stampa 3D.

Già da tempo la società statunitense sta lavorando allo sviluppo di macchine pensate per la prototipazione rapida e la produzione a livello professionale, e nel corso del 2014 aveva già illustrato i principi cardine della tecnologia 3D Multi Jet Fusion alla base delle nuove soluzioni di stampa 3D. Quest’oggi la società toglie il velo ai primi prodotti concreti presentando la linea HP Jet Fusion 3D Printing che si compone di due macchine di stampa che sono già ordinabili da ora e saranno disponibili effettivamente sul mercato a partire dalla fine del 2016.

Stephen Nigro, presidente della divisione 3D Printing Business per HP, commenta: “La nostra piattaforma di stampa 3D è unica nella sua capacità di gestire oltre 340 milioni di voxel al secondo offrendo ai nostri partner velocità di produzione radicalmente superiori, parti funzionali e economie rivoluzionarie. Le nuove macchine HP Jet Fusion 3D Printing offrono una combinazione di velocità, qualità e costo mai vista prima nel settore. Le aziende ed i produttori possono ripensare completamente il modo in cui progettano e forniscono soluzioni ai loro clienti”.

Secondo quanto afferma HP, la tecnologia 3D Multi Jet Fusion permette di stampare oggetti tridimensionali fino a 10 volte più velocemente rispetto agli attuali metodi di stampa 3D e, al contempo, in maniera più economica, senza compromettere la qualità, il dettaglio e la robustezza di quanto stampato.

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La tecnologia 3D Multi Jet Fusion prevede l’impiego di un array di ugelli a getto di materiale che vanno a stratificare vari agenti liquidi sul piano di stampa. Uno strato del materiale di produzione, del quale sarà effettivamente composto l’oggetto da stampare, viene depositato sull’area di lavoro e ricoperto con un agente di fusione. Esponendo questa miscela ad una fonte di energia termica, il materiale di produzione viene fissato nelle posizioni specifiche volute dal progetto 3D. Un secondo agente viene invece applicato su altre aree del materiale, dove è necessario amplificare, ridurre o neutralizzare l’effetto di fusione dovuto all’esposizione alla fonte di energia. Si tratta di un processo che è in grado di operare e gestire la stampa a livello del singolo voxel (la controparte volumetrica e tridimensionale del comune pixel bidimensionale della stampa 2D), offrendo quindi potenzialità e opportunità di produzione di personalizzazione nuove e ancora inesplorate.

pin_functional[1]La tecnologia 3D multi Jet Fusion permette, ad esempio, di impiegare e miscelare i coloranti in ciano, magenta, giallo e nero direttamente nella fase di stampa, applicandoli a ciascun voxel per ottenere in questo modo oggetti di vari colori e sfumature. Le possibilità tuttavia non finiscono qui: HP infatti osserva come la gestione del singolo voxel permetta, ad esempio, di realizzare oggetti funzionali provvisti di informazioni integrate, come codici di tracciamento o contrassegni di originalità invisibili, grazie all’impiego di appositi inchiostri (compresi quelli visibili solo in luce UV), per offrire un maggior livello di sicurezza e tracciabilità e rinnovare le dinamiche alla base delle catene di approvvigionamento.

https://www.youtube.com/watch?v=XeTdo-w6Qx8

Inizialmente HP prevede l’uso di materiali termoplastici per la stampa, ma per il futuro si sta già lavorando alla composizione di materiali funzionali contenenti elementi ceramici o metallici, con la possibilità di creare oggetti tridimensionali più robusti, dalla maggior longevità e con funzionalità aggiuntive. La stessa HP suggerisce, ad esempio, la possibilità di integrare direttamente in fase di stampa, sensori all’interno degli oggetti permettendo così di spalancare le porte alla diffusione di Internet of Things. Un esempio può essere un pezzo funzionale (l’anello di una catena) con integrati sensori di sforzo e circuiti per la connessione wireless – nel caso ipotizzato Bluetooth – in grado di avvertire quando il carico è eccessivo.

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HP Jet Fusion 3D 3200
La famiglia di prodotti HP Jet Fusion 3D Printing si compone quindi del modello HP Jet Fusion 3D 3200, pensato per la prototipazione, e il modello HP Jet Fusion 3D 4200, che oltre alla prototipazione può essere impiegata anche per attività di produzione su piccola scala e a breve termine. In abbinamento ai due modelli di stampante, HP annuncia anche la HP Jet Fusion 3D Processing Station che può gestire operazioni di raffreddamento rapido per accorciare i tempi tra la produzione e la posproduzione degli oggetti. Il modello HP Jet Fusion 3D 4200 sarà consegnata a partire dalla fine del 2016, mentre il modello HP Jet Fusion 3D 3200 sarà consegnata nel corso del 2017.

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I prezzi partono da 130 mila dollari per il modello HP Jet Fusion 3D 3200 e da 155 mila dollari per lo stesso modello abbinato alla Processing Station. Attualmente non sono noti i costi del modello HP Jet Fusion 3D 4200. Gli ordini possono essere effettuati a partire da questo modulo. Per dare un’idea dei valori del mercato le grosse stampanti a filamento, non utilizzabili se non per la prototipazione, possono superare la decina di migliaia di euro, le DLP a resina -per piccole parti funzionali o da utilizzare direttamente in fusione – partono da almeno il doppio ed è necessario moltiplicare il primo valore per quattro per arrivare al prezzo di una stampante SLS a sinterizzazione di piccole dimensioni, mentre le più grandi possono arrivare anche al mezzo milione di euro.

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HP Jet Fusion 3D 4200 con Fast Cooling
HP ha inoltre annunciato una rete di partner e collaboratori che hanno supportato lo sviluppo delle nuove soluzioni, con suggerimenti e considerazioni, come Nike, BMW, Johnson & Johnson, Jabil, Siemens, Materialise, Shapeways, Autodesk e Protolabs. Le macchine di stampa 3D HP Jet Fusion saranno inoltre le prime sul mercato a supportare il formato file 3MF, sviluppato come standard di settore dal consorzio fondato dalla stessa HP con lo scopo di definire un formato di file per la stampa 3D che permetta di sfruttare appieno la possibilità di stampare voxel per voxel.

https://www.youtube.com/watch?v=G-DnhVoSHJk

 

 

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