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Rinaturalizzazione Umana e salvaguardia del genere umano

Viviamo in un mondo dove l’umanità ha costantemente accesso a fin troppe risorse tecnologiche. Che si tratti di cercare informazioni, di avere un contatto con la propria salute, o fruire dell’intrattenimento, la tecnologia è sempre lì pronta a risolvere ogni piccolo problema che l’uomo si pone. Utile, sicuramente, ma il ritmo si è troppo accelerato tanto che ora l’essere umano non riesce più a sostenere il carico dell’ambiente in cui vive. E qui che va ad inserirsi il concetto di rinaturalizzazione umana, che non vuole essere un anacronismo nostalgico, ma piuttosto descrivere un’urgenza che l’essere umano ha nei confronti della propria essenza culturale, biologica e spirituale.

L’uomo disconnesso e la Rinaturalizzazione

L’uomo oggi è super connesso con tutto ciò che lo circonda ma spesso totalmente scollegato da se stesso. La Vita digitalizzata permette all’uomo di risparmiare tempo e fare sempre tante cose diverse, ma tutto ciò che facciamo si sta sempre di più allontanando da ciò che è naturale, da ciò di cui il corpo ha realmente bisogno.

Non a caso l’essere umano sta vivendo un’epoca in cui aumentano le malattie croniche, le depressioni e disturbi psicosomatici. Gli spazi in cui viviamo, come anche i cibi che consumiamo o i pensieri che coltiviamo inseguono un’illusione di progresso infinito che ci sta portando a dimenticare che prima di tutto siamo parte integrante del pianeta terra come esseri viventi che ne traggono forza ed equilibrio.

Lo specchio di quello di cui stiamo parlando è la crisi ecologica che rappresenta una frattura interna tra uomo e natura, che può essere anche però vista come una frattura tra individuo e comunità o corpo e mente.

Ritrovare sé stessi

Sempre più spesso si parla di ritrovare se stessi e lo si fa appellandosi al fatto che ognuno di noi si sente ricco materialmente ma povero spiritualmente. La verità però è che c’è bisogno di attuare una rinaturalizzazione umana per farsi che ognuno di noi si senta quanto più vicino a ciò che ci ha generato e sostenuto per anni permettendoci di fiorire.

Non stiamo dicendo che dobbiamo abbandonare la tecnologia e scegliere l’ascetismo nei boschi, quello che è importante e reintrodurre il contatto con la terra e il cielo. Riscoprire la lentezza dei cicli naturali e accettare quelli che sono i limiti biologici senza necessariamente combatterli come fossero nemici da eliminare.

rinaturalizzazione umana
Ritrovare se stessi oltre la tecnologia, ecco cosa serve

Quello che ognuno di noi dovrebbe fare e ritrovare l’armonia con l’ambiente in cui viviamo ma anche con il proprio corpo e le proprie emozioni: ritrovare il proprio ritmo. Per farlo possiamo anzitutto scegliere uno stile di vita più sostenibile e umano, in modo da effettuare un progresso profondo ed interiore che non significa attuare una regressione, ma piuttosto ricercare le nostre radici dentro di noi.

La rinaturalizzazione come chiave di sopravvivenza

Nella nostra introduzione abbiamo parlato della rinaturalizzazione come la chiave per la sopravvivenza dell’essere umano. In effetti è proprio così, perché se si prendono in considerazione le sfide future, come ad esempio la crisi climatica o il collasso degli ecosistemi, diventa piuttosto palese che l’uomo sopravvivrà attuando pratiche di equilibrio tra tecnologia e utilizzo della propria mente del proprio corpo.

Serve quindi un cambiamento culturale e psicologico che dica alle future generazioni che non ci si può basare solo ed esclusivamente su soluzioni tecnologiche. L’essere umano è più resiliente di così, è più empatico, più duttile.

rinaturalizzazione umana
Alle nuove generazioni serve un’educazione ad utilizzare il pensiero logico, alla lentezza dei tempi

Una società in cui si attua una rinaturalizzazione è una società che coopera piuttosto che competere, che cura piuttosto che consumare. Salvaguardare la specie umana con questi piccoli cambiamenti giorno per giorno significa acquisire costantemente una nuova consapevolezza del nostro ruolo nella rete della vita.

Educare alla natura per salvare l’uomo

E a questo punto, potrà sembrare banale, ma alla base di questa rinaturalizzazione umana ci deve essere un’educazione alla natura. Non parliamo soltanto di un’educazione scolastica, ovviamente, ma di un’educazione a tutto tondo che parte dalla famiglia e dalla comunità all’interno della quale il bambino cresce.

Deve essere un’educazione emotiva dove i bambini possano sporcarsi le mani con la terra, ascoltare il silenzio del bosco osservare gli animali nel loro habitat. Ci deve essere un riavvicinamento al valore della lentezza della connessione autentica.

Le città stesse devono trasformarsi in spazi più verdi, pensati per l’uomo non per le macchine dove la qualità della vita e della salute di ogni membro della comunità dipende da una felicità collettiva.