Uragano spaziale: il primo arriva al Polo

I ricercatori dell’Università di Reading hanno scoperto il primo uragano spaziale. Grazie ai satelliti hanno individuato un vortice d’aria, che si è poi rilevato essere un insieme di gas ionizzato e plasma. Un nuovo fenomeno tutto da scoprire.

Cos’è un uragano?

Meglio conosciuto come ciclone tropicale, un uragano si forma generalmente tra l’estate e l’autunno in un’area dell’Oceano Atlantico settentrionale che abbraccia il Golfo del Messico e il Mar dei Caraibi.

Ne esistono ovviamente di diversi tipi. Alcuni ad esempio si formano nel Pacifico e si originano ad est della linea del cambiamento di data. Se si originano ad ovest della suddetta linea e nel resto dell’Oceano Pacifico, nell’Oceano Indiano e nel Mar Cinese i cicloni tropicali prendono invece il nome di tifoni.

Si formano tipicamente da aree di bassa pressione al di sopra degli oceani, in una zona già perturbata dove la temperatura dell’acqua deve essere superiore ai 26° centigradi. Questa condizione permette infatti l’elevazione di vaste masse d’aria calda, catalizzata dal Sole che riscalda l’acqua marina facendola evaporare.

Un uragano visto dal satellite sembra una nube vertiginosa. Vediamo come nasce l’uragano spaziale.

Il vapore acqueo si condensa ad alta quota in nubi temporalesche. L’aria discende dalla sommità ed inizia a generare venti sempre più forti interagendo con quella calda in salita.

A causa della rotazione terrestre e della forza di gravità, nel sistema temporalesco si genera la caratteristica struttura vorticosa, che continua a “nutrirsi” e ad accumulare energia proprio grazie all’acqua calda.

L’uragano nasce tecnicamente quando i venti della perturbazione raggiungono i 118 chilometri orari. Oggi, lo stesso fenomeno è stato registrato con materiali diversi. È nato così il primo uragano spaziale a base di ioni.

L’uragano spaziale sopra il Polo Nord

Questo nuovo fenomeno scientifico è stato registrato sopra il Polo Nord.

I ricercatori dell’Università di Reading in Inghilterra hanno ripreso i dati raccolti nel 2014 dal team dell’Università cinese di Shandong che hanno utilizzato specifici satelliti per identificare il fenomeno ed hanno scoperto il primo uragano spaziale.

Gli scienziati hanno costruito un’immagine 3D di questo evento naturale. In questo modo si sono accorti che il vortice coinvolto non era stato creato dall’acqua, bensì da aria e gas ionizzato al plasma.

La ricostruzione dell’uragano spaziale lo vede vorticoso come quello terrestre e luminoso come l’aurora boreale.

Un vero e proprio uragano spaziale con una massa di 600 miglia di larghezza (pari a circa 965 km) che si trovava – appunto – sopra il Polo Nord.

Piovono elettroni

Dalla massa studiata stavano piovendo elettroni al posto della normale acqua di un uragano terrestre. Questa massa ha resistito quasi otto ore prima di rompersi.

Dopo la scoperta, il professor Mike Lockwood, a capo dello studio, ha dichiarato che fino ad ora non era mai esistito un uragano spaziale fatto di plasma e campi magnetici. Questi elementi erano presenti nel cosmo solo singolarmente, ma mai si erano uniti creando un fenomeno così particolare, che potrebbe diventare diffuso.

Quando si è verificato questo uragano spaziale?

A quanto pare, questo evento si sarebbe verificato in un periodo di bassa attività geomagnetica. Questo ci dice che l’uragano spaziale si comporta come l’uragano terrestre e ne condivide la struttura.

Lo si vede strutturato con una zona centrale tranquilla, bracci a spirale e una circolazione diffusa.

Secondo gli scienziati, è probabile che questo tipo di uragani porti a effetti meteorologici spaziali come disturbi nelle comunicazioni radio ad alta frequenza o maggiori ad interferenze nella navigazione satellitare e nei sistemi di comunicazione.

L’uragano spaziale è spettacolare perché l’interazione tra l’atmosfera e le particelle cariche provenienti dallo Spazio genera letteralmente una pioggia di elettroni, producendo delle aurore brillanti nel cielo.

Cosa sta cambiando?

Quelle descritte sembrerebbero essere le classiche condizioni per la creazione di una “banale” aurora boreale. Ma deve esserci qualcos’altro che ha sprigionato la forma di uragano del plasma atmosferico.

L’uragano spaziale sembra avere la struttura e i colori di un’aurora boreale.

Secondo i ricercatori, la principale causa è la “riconnessione magnetica interplanetaria”. Si tratta di uno dei meccanismi più complessi della fisica del Plasma in cui l’energia di un campo magnetico viene riconvertita in energia cinetica e termica.

Gli scienziati ora sono consapevoli che tali fenomeni possono verificarsi anche quando l’attività solare non è particolarmente intensa. Per questo è lecito aspettarsi aurore ed uragani anche durante le fasi più tranquille del Sole.

 

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