Spazio, ultima frontiera: e se gli alieni fossimo noi?

La ricerca della vita aliena sta diventando quasi un’ossessione per la razza umana.

Se la scienza, l’astronomia e addirittura la filosofia sostiene che è impossibile essere soli in un universo infinito, allora perché non abbiamo ancora trovato nessuno?

Dov’è quest’universo che strabocca di vita? Ci siamo imbattuti in pianeti gemelli della terra, o in pianeti morti che una volta, forse, ospitarono la vita.

Ma ancora niente. Nessuna forma di vita. Niente alieni. E nel frattempo tutto ciò che gira attorno alla vita extraterrestre crea scompiglio e discussioni contrastanti.

C’è chi vuole terraformare pianeti lontani, senza assicurarsi al cento per cento che esso sia disabitato, e chi ritiene ciò immorale.

Infine, c’è anche chi sostiene che la vita extraterrestre non la dobbiamo andare a cercare chissà dove, perché essa risiede proprio in noi.

L’equazione di Drake e il paradosso di Fermi

In molti hanno provato a risolvere matematicamente la questione se esiste o meno vita nell’universo. Un’equazione, tuttavia, estremamente difficile da risolvere, date le poche informazioni che abbiamo.

Frank Drake è l’autore della celebre equazione per il calcolo delle probabilità di vita nella nostra galassia. La media dei risultati dell’equazione ci dice che la nostra galassia è popolata da un centinaio di civiltà.

È proprio da li che giunge la domande che Enrico Fermi pone a Drake di rimando: “Ma allora dove sono tutti?”.

L’equazione di Drake

Gli anni sono passati da allora e l’esplorazione spaziale si è spinta sempre un po’ più in la, ma ancora niente vita extraterrestre.

I più negativi stanno già gettando la spugna, ritenendo che non vi sia nessun’altro là fuori. Ma questa conclusione fa davvero calare un velo di tristezza; un universo infinitamente vuoto.

Ma non ci arrendiamo ancora, e allora ecco sorgere teorie del perché nessuno è ancora stato trovato o non si è fatto vedere.

La più logica sarebbe che noi al momento siamo la civiltà più evoluta e che quindi nessuno ha le competenze per arrivare fino al pianeta Terra.

Anche se mi sembra un po’ tirata come conclusione, data la presenza di sistemi solari decisamente più anziani del nostro.

O magari non abbiamo incontrato nessuno perché quelle civiltà più avanzate si sono già estinte. La teoria è avvalorata dal nostro vicino più prossimo, Marte.

Di cui molti ne romanzano un passato brulicante di vita.

E se gli alieni fossimo noi?

Così, tra tutte le teorie, ne spunta fuori anche una decisamente interessante: e se gli alieni fossimo noi?

Magari cerchiamo così disperatamente la vita aliena fuori dalla nostra atmosfera, lontani dalla nostra piccola e confortante pallina celeste aggrappata alla trama dell’universo, da non accorgerci di quello che abbiamo davanti agli occhi.

Ancora oggi materiale alieno arriva sulla Terra, piccoli frammenti di meteoriti proveniente da Marte, dal sistema solare o dalla Via Lattea intera.

Molti si disintegrano a contatto con l’atmosfera ma qualcosa riesce a filtrare e un tempo questo materiale era decisamente molto di più.

Arrivava sulla Terra da ogni dove. Fuori dalla Terra abbiamo trovato i mattoni della vita, carbonio, acqua e ossigeno, perché non la vita stessa?

Sappiamo tutti che la vita su questo pianeta si è generata nel brodo primordiale. Esseri unicellulari che si sono evoluti fino a diventare le specie animali e vegetali che conosciamo oggi.

Ma come sono nate in principio? Certo vi erano tutte le condizioni necessarie alla vita, acqua, ossigeno, il calore del Sole e poi?

Forse l’arrivo di un meteorite contenente la vita proprio nel momento più propizio è la risposta che stavamo cercando.

Non aver paura degli alieni

In molti si stanno spostando su questa teoria, eppure nessuno riesce a dare una risposta certa e forse non sarà mai possibile darla.

Intanto continua l’esplorazione spaziale e ancora nessun alieno. Ma ciò che al momento più preme non è più l’esplorazione spaziale ma la colonizzazione spaziale.

“I dinosauri si sono estinti perché non avevano un programma spaziale” – Larry Niven

La teoria a cui abbiamo accennato prima, secondo cui siamo la razza più evoluta dell’universo, o per lo meno della galassia, ci fa tirare una sospiro di sollievo, giacché nel nostro immaginario ci sono alieni che tentano di distruggerci.

Ma ci fa anche tremare al pensiero che l’intera galassia sia nelle nostre mani.

Sappiamo che l’essere umano può essere senza scrupolo ed essere la razza più evoluta fa sì che possiamo o potremo in futuro decidere della sorte degli altri.

Claudius Gros, ad esempio, ha ideato il Progetto Genesis, secondo il quale vorrebbe terraformare altri pianeti, con le condizioni adatte alla vita, con batteri terrestri.

La sua teoria va a braccetto con quella del meteorite che ha generato la vita sulla Terra nel brodo primordiale e vorrebbe tentare di ripetere l’evento altrove.

Tutto ciò senza recarsi personalmente sul pianeta, ma inviando una sonda con i batteri, di modo che il luogo si inizi a terraformare da solo.

Terraformazione

Ma c’è chi si oppone fermamente a tale progetto, per il momento ancora fantascientifico, ritenendolo altamente immorale, dato che esso non prevede un controllo preventivo per assicurarsi che lì la vita non stia già seguendo il proprio corso.

E allora ci trasformeremo in quello che tanto temiamo: gli alieni altamente avanzati che annientano una razza ancora in fase di sviluppo.

Qualsiasi sia la teoria che vogliamo seguire sembra giungere sempre alla conclusione che gli alieni siamo noi.

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