TikTok bannato per i dipendenti UE e USA

La commissione UE teme per la privacy dei propri dipendenti

TikTok bannato anche dai telefoni aziendali del Parlamento Europeo? Sì, a quanto pare. Anche Bruxelles si è allineata a tutte quelle misure per la protezione della privacy iniziate negli USA. La portavoce della Commissione ha specificato e chiarito che non ci sono state ingerenze di sorta da parte di Washington.

A nulla sono valsi gli incontri del ceo di TikTok con i vari commissari europei proprio a Bruxelles: i timori per i dati in possesso dell’app cinese sono davvero troppi per passare inosservati. Ma perché TikTokbannato fa così notizia?

TikTok bannato dall’Eurocamera dal 20 marzo 2023

Dopo una lunga discussione, è arrivata la decisione definitiva. Entro il 20 marzo di quest’anno tutti i telefoni aziendali in dotazione ai dipendenti dell’Eurocamera dovranno cancellare TikTok. Ma non solo: il Parlamento Europeo ha deciso di mettere al bando il social anche dagli smartphone privati che sono collegati ad una mail del Parlamento. Più in generale, ogni dispositivo che supporti accessi alla rete parlamentare non può avere anche l’app cinese installata.

La decisione è stata rimandata dal 15 al 20 marzo 2023

 

Ovviamente, TikTok bannato anche quando si usa il Wi-fi del parlamento o, ancor peggio, i computer presenti. Dalla comunicazione leggiamo:

“Se già presente l’app dovrà essere disinstallata. La misura vale esclusivamente per i telefoni che usano l’applicazione di gestione mobile del Parlamento. L’accesso a TikTok dal Wifi del parlamento o dai computer del Parlamento sarà altresì vietato. Inoltre raccomandiamo sentitamente agli eurodeputati, ai loro staff e ai dipendenti del Parlamento di disinstallare al più presto l’app dai loro telefoni personali”

La decisione arriva ad appena una settimana di distanza da quella presa dalla commissione UE e dal Consiglio, ma il grande predecessore rimangono gli USA.

TikTok bannato negli USA e non solo

Il caso più plateale sono probabilmente gli USA. Ormai la maggioranza dei governi statali (32 su 50) ha già messo al bando TikTok su tutti i dispositivi elettronici dei dipendenti, e anche dei rappresentanti. Aziendali o personali, smartphone o pc che siano: non è possibile accedere al social cinese. Lo stesso divieto interessa anche i dipendenti federali e quelli della Casa Bianca. Ma non si ferma qui: ciclicamente si riapre la discussione circa il vietare del tutto l’uso del social per tutti. L’ultimo appello viene dalle Università, per esempio, ma il sentimento comune di paura per la privacy si espande sui vari livelli della popolazione.

Il caso degli USA è il più clamoroso, ma anche in Canada sono stati presi provvedimenti

 

E non sarebbero gli unici. In India, in Iran e in Afghanistan, TikTok bannato per chiunque. Delle misure del genere erano state prese anche in Armenia, Bangladesh, Indonesia e Pakistan. In questi casi si trattava di una misura preventiva per evitare la diffusione di notizie non controllate dai governi.

In Europa, d’altro canto, alcune nazioni si stanno muovendo, ma si tratta principalmente di raccomandazioni e consigli. La Danimarca per esempio, ha sconsigliato a tutti i parlamentari e ai dipendenti governativi di rimuovere l’app. L’Olanda anche ha raccomandato l’eliminazione di TikTok per il personale governativo, ma nulla più.

Una questione di cybersicurezza

Ma tutte queste raccomandazioni e questi divieti da cosa dipendono? In primo luogo si tratta di cybersicurezza. Alla base di tutti questi provvedimenti c’è la preoccupazione per quanto riguarda il trattamento dei dati degli utenti. La ByteDance, ovvero la casa madre del social, potrebbe tracciare gli iscritti più interessanti. E non si tratta solo di un’ipotesi: dopo un’investigazione interna è risultato che alcuni dipendenti hanno avuto accesso ai dati personali di almeno due giornalisti americani. I colpevoli sono già stati licenziati e l’amministratore delegato si è dichiarato “profondamente deluso”, ma la ferita rimane aperta. In particolare perché diverse testate di rilievo riportano il tracciamento dei propri giornalisti, diversi da quelli menzionati.

Il problema alla base è la cybersicurezza e il timore circa il trattamento dei dati degli utenti

 

In particolare, per la commissione europea si tratta di una mancanza di certezze sul Gdpr. Per quanto riguarda il commissario parlamentare, è necessario che non ci siano dubbi riguardo gli accessi illegali di terzi ai dati dei dipendenti statali. Nonostante questo, però, la commissione europea mantiene un atteggiamento di apertura, invitando TikTok ad adeguarsi alla normativa europea del Gdpr al più presto.

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