You: il nuovo motore di ricerca anti-Google

Nasce un nuovo motore di ricerca che si propone essere come l’anti-google. Vediamo come funziona You, che punta tutto sull’intelligenza artificiale.

Cos’è You?

You è il nuovo motore di ricerca che lavora a stretto contatto con l’intelligenza artificiale e tutela la privacy dell’utente che lo utilizza.

You è il nuovo motore di ricerca che si pone come acerrimo nemico di Google

Una novità che si propone come il primo vero nemico giurato del più famoso e utilizzato Google. La domanda è: come funziona, ma soprattutto da cosa trae i suoi guadagni se non usa gli advertisement? Lo scopriamo di seguito nei prossimi paragrafi.

You e il fattore privacy

Da qualche settimana è uscito sul web un nuovo motore di ricerca. Lo abbiamo detto: si chiama You e vorrebbe fare le scarpe a Google, principalmente puntando sul fattore privacy.

Prima di tutto vi starete chiedendo se lo si può usare gratuitamente. La risposta è ovviamente si. Il suo approccio alla ricerca di dati e fonti è tutto diverso da quello che utilizza Google, che rimane attualmente il più forte della categoria con un market share che si aggira globalmente all’86%.

You è diverso anche nella grafica. Non è intuitivo come Google, ma il suo progetto è veramente ambizioso.

L’idea nasce da Richard Socher e Bryan McCann, due programmatori informatici che hanno lavorato con Larry Page e Sergey Brin, ovvero i fondatori di Google. I due non sono famosi come loro, ma hanno tantissima esperienza nel campo dell’intelligenza artificiale e del deep learning.

Loro è il progetto del sistema Einstein di Salesforce, ovvero uno dei più grossi e famosi server di Cloud americani per le aziende.

Insomma, sono bravi e You sembra essere una novità che non è destinata a morire. Ma da cosa guadagnerà?

Funzionamento del motore di ricerca

Andate su www.you.com e dopo aver messo le parole chiave nella striscia di ricerca, i risultati vi verranno mostrati a blocchi di scorrimento orizzontale.

In sostanza con il sistema dello swipe up che utilizziamo già nelle storie di Instagram.

Nel primo blocco che vi verrà proposto ci saranno i contenuti diciamo “classici”. Quelli che otterreste anche su Google per intenderci.

You funziona per blocchi e punta all’utilizzo dell’intelligenza artificiale cosa che Google ancora non ha preventivato

Nel secondo blocco invece troverete i contenuti di Reddit trovati per quella chiave di ricerca. Di seguito quelli di Quick Facts, ovvero quelli che compaiono su siti come Wikipedia, e poi ancora tutte le ricerche correlate.

In base a ciò che state cercando potranno comparire blocchi differenti: notizie provenienti dai social, da Youtube, TikTok, etc. La cosa interessante è che avrete a fine schermata principale un box con la mappa per le ricerche per geotag di attività commerciali e/o luoghi pubblici come ad esempio i musei.

Cosa contengono i blocchi?

Questi blocchi contengono contenuti diversi, organizzati, appunto, per argomento e per fonte di ricerca (ad esempio, tutto quello che trova con la parola ristorante, ma solo sui social). L’utente può scorrere e vedere i contenuti del blocco con lo swipe verso destra o sinistra, sia sul cellulare che sul desktop del pc.

Ma qual è la qualità di questi risultati? Ancora non possiamo valutarlo. You si focalizza su contenuti in lingua inglese e piattaforme americane. Attualmente non è “international” come Google, ma punta a diventarlo.

Parliamo di guadagni

Questo sistema per blocchi tutela la privacy perché non mostra subito tutto nella striscia della pagina iniziale di ricerca. Ma se You non utilizza gli advertisement e non mostra tutte le informazioni subito, come guadagna?

Con pubblicità targettizzata in base ai suoi clienti e per parole chiave specifiche. Ha una modalità privata e non vende i dati degli utenti alle aziende (almeno così dicono).

Per quanto riguarda le pubblicità, si dice che sia solo una cosa momentanea, quindi al momento non guadagna nulla: You sembra essere un investimento puro e semplice che punta a mettere sul web una piattaforma che faccia la guerra a Google e basta, ma in un futuro molto prossimo potrebbe diventare anche questo una vetrina di vendita dati.

La priorità ora è farsi conoscere, ma alla fine la privacy potrebbe tornare ad essere in vendita anche qui.

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