Jetson, un dispositivo che riconosce le persone dal battito cardiaco

Inizialmente l’essere umano ha trovato un modo per identificarsi e distinguersi l’uno dall’altro, qualcosa di unico e univoco, le impronte digitali. Ma con il tempo abbiamo imparato che queste non sono la sola cosa che ci rende unici. La nostra iride è unica e i lineamenti del nostro intero viso lo sono. Ogni cosa di noi ci rende unici e ci distingue dalla massa. Siamo una piccola opera d’arte creata individualmente e non vi sono altre copie di noi in giro per il mondo. Anche la firma del nostro battito cardiaco è unica e Jetson è un incredibile dispositivo che riesce a riconoscere le persone proprio tramite il cuore.

Individuare le persone da lontano

Lo scopo è quello di identificare le persone da lontano. Non raggeliamo all’idea di non poter mai più rimanere invisibili, sappiamo già da tempo che il futuro è un gigantesco grande fratello.

Tuttavia, talvolta si presenta la necessità di identificare qualcuno da lontano e iride e impronte digitali non sono un’opzione attuabile. Nemmeno il riconoscimento facciale lo è, per quanto si possa risalire alla persona dai filmati di una telecamera, deve essere comunque relativamente vicino.

Ci sono già altre tecniche per individuare qualcuno da lontano, come l’andatura. Ma questa non è univoca e potrebbe essere con molta pratica camuffata. Il battito cardiaco, invece, è univoco, è la firma invisibile di una persona tanto quanto le impronte digitali. Inoltre, non è cammuffabile in alcun modo.

Lo studio e la realizzazione di Jetson

È dal Pentagono che viene l’esigenza di un dispositivo in grado di fare proprio questo: identificare una persona a distanza dal battito cardiaco. Così i ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno lavorato per anni a Jetson e, finalmente, ne hanno parlato pubblicamente.

La firma cardiaca è unica

Jetson utilizza tecnologie già esistenti. L’identificazione tramite il battito cardiaco, infatti, non è una novità. Era già risaputa la sua natura univoca ed essa era già stata utilizzata per tali scopi.

L’azienda canadese Nymi, aveva sviluppato un dispositivo in grado di identificare, tramite un sensore, le pulsazioni uniche di un cuore, e lo aveva testato, brillantemente, in un’azienda inglese.

Tuttavia, il dispositivo di Nymi non funzionava a distanza, ma solo a contatto con le persone. Per quanto brillante potesse essere non rappresentava davvero una valida alternativa alle impronte digitali.

Nemmeno la tecnologia utilizzata è poi una grande novità. Si tratta semplicemente di un dispositivo utilizzato dalle grandi industrie per rilevare a distanza vibrazioni come quelle delle turbine eoliche.

Ma i ricercatori sono riusciti a unire tutte le conoscenze acquisite in un unico grandioso dispositivo: Jetson.

Come funziona Jetson

Nella realizzazione del dispositivo è stato semplicemente aggiunto uno speciale giunto in grado di puntare un piccolo bersaglio. In questo modo Jetson è in grado di funzionare fino a 200 metri di distanza.

Inoltre, i ricercatori del MIT si sono occupati della creazione di speciali algoritmi che sono in grado di rilevare la firma cardiaca attraverso i segnali laser.

La tecnica usata da Jetson, chiamata vibrometria laser, è in grado di rilevare la firma cardiaca attraverso il movimento superficiale causato, appunto, dal battito cardiaco e funziona anche se si sta indossando una giacca.

Tuttavia al momento Jetson non è sfruttabile al 100%. Per quanto i ricercatori riferiscano che le sue scansioni siano attendibili al 95% manca ancora qualcosa in più.

Jetson

I ricercatori sono fiduciosi che ben presto si arriverà ad un 100% di sicurezza nell’identificazione della persona. Ma non è l’unico problema attuale di Jetson. Il dispositivo, infatti, impiega circa 30 secondi per identificare il battito cardiaco.

30 secondi duranti i quali il soggetto dovrebbe essere fermo, in piedi o seduto. Ma i ricercatori assicurano che anche questo problema non sia così insormontabile.

Impieghi futuri

Visti gli attuali problemi Jetson non è effettivamente utilizzabile nell’immediato. Ciò non vuol dire che non sia un’incredibile invenzione, ma solamente che ha bisogno di un altro po’ di tempo.

Inoltre, uno dei problemi più grandi al momento, non è tanto quelli già elencati, ma è la mancanza di un database di firme cardiache, cosa che non è da escludere in un prossimo futuro.

Nel frattempo tuttavia, Jetson potrebbe essere utilizzato in combinazione con il riconoscimento facciale, per raggiungere il 100% che ancora manca ad entrambi. O potrebbe essere utilizzato in campo medico, per eseguire, ad esempio, scansioni cardiache di eventuali aritmie.

Staremo a vedere gli sviluppi futuri di questa tecnologia che ci ricorda di quanto ogni essere umano è unico al mondo.

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