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È finalmente arrivato il seguito di uno dei videogiochi d’autore più entusiasmanti e amanti mai realizzati. Hideo Kojima ci catapulta nel mondo di Death Stranding 2: on the beach, frutto di una mente creativa che non si pone alcun limite nella stringente industria videoludica.
Dove eravamo rimasti
Per alcuni versi Death Stranding 2 sembra essere un prolungamento del primo capitolo della saga, ma in altri versi esso rappresenta l’anima di Hideo Kojima all’ennesima potenza, con personalità, libertà creativa e suggestività.
Avevamo concluso il primo capitolo della saga con Sam che affronta Amelie sulla spiaggia. Sam scopre che lei è in realtà l’Entità Estintiva e decide di spegnere la spiaggia.
Tornato nel mondo reale, Sam termina la rete chirale, collega le città degli Stati Uniti, donando all’umanità una nuova speranza.
Nel primo capitolo, insieme a Sam, il nostro protagonista, abbiamo affrontato un lungo ed estenuante viaggio attraverso gli Stati Uniti, connettendo le UCA, le United Cities of America, e bloccando l’estinzione dell’umanità per mano del Death Stranding.
Death Stranding 2 – la trama
Nel secondo capitolo della saga ci ritroviamo undici mesi dopo gli eventi che sono stati raccontati nel primo capitolo.

Sam ha deciso di lasciarsi alle spalle ciò che resta del mondo civilizzato insieme a Lou, la Bridge Baby. Dopo aver salvato il mondo dall’estinzione nel capitolo precedenti, Sam si trova adesso all’interno di un bunker segretissimo al confine tra Stati Uniti e Messico, con la sola preoccupazione di crescere la piccola Lou.
Questo perlomeno fino a quando non arriva a bussare alla sua parte la sua vecchia amica Fragile, la quale gli chiede di partecipare a un’ultima missione.
Da lì un susseguirsi di eventi catapultano Sam a bordo di una nave diretta in Australia, nel giro di una manciata di ore.
“Spingiti oltre le United Cities of America. Unisci a Sam nel nuovo capitolo della sua avventura, provando a collegare l’Australia alla rete chirale. Esplora un ambiente dinamico tra cicli giorno-notte, disastri naturali (terremoti, tempeste di sabbia, incendi boschivi) e la cronopioggia, che invecchia istantaneamente tutto ciò che tocca.
Per farti strada in un ambiente così pericoloso, dovrai costruire nuovi tipi di infrastrutture, padroneggiare attrezzature specifiche e affrontare (o evitare) le creature ultraterrene che si aggirano in questo mondo alla deriva”.
La colonna sonora
Una delle cose che maggiormente colpisce di questo capolavoro di Hideo Kojima è la colonna sonora.
Non sono solo le musiche a scandire il tempo di questo titolo, ma tutta la parte artistica dell’opera, che è diretta da Yoji Shinkawa. La parte artistica è caratterizzata dallo studio accurato dei personaggi, dei veicoli, delle architetture, ecc.
La colonna sonora originale è firmata dal francese Woodkid, con una selezione di brani realizzati appositamente per questo videogioco.
Ma non sono solo melodie. La colonna sonora compre i jingle della Drawbridge e ogni singolo effetto sonoro.
Le cose più belle di Death Stranding 2
Questo titolo è unico, discostandosi molto da quello che è il panorama videoludico del momento. Sebbene non mancano le critiche, che ritengono che il secondo capitolo sia troppo simile dal punto di vista del gameplay al primo, diventando di fatto un’estensione dello stesso, ci sono molti motivi per i quali dovreste giocare a questo titolo.

A partire dalla tecnologia Social Strand System, con la quale possiamo influenzare il mondo di gioco di un altro giocatore con le nostre azioni, e viceversa.
Ma anche la storia e la narrazione, che ci portano a scoprire cosa è successo nella vita del nostro protagonista negli ultimi undici mesi e cosa succederà da ora in poi.
Il mondo di gioco, inoltre, è un vasto mondo aperto, con tantissimi ambienti diversi ma perfettamente collegati tra di loro. Infine, l’azione, le strategie di gioco, le missioni e gli ostacoli sono portati a un livello ancora maggiore.