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Un team indiano aiuta l’IBM a combattere gli hacker

Con il progredire tecnologico ed informatico, anche la criminalità si evolve e si adatta alle situazioni del momento, perseguendo la guerra infinita tra legalità e criminalità. È innegabile che al momento gli attacchi di hacking sono una minaccia reale e pericolosa: negli ultimi 4 anni i danni provocati da questi veri e propri criminali hanno messo in ginocchio le più grandi realtà mondiali. Emittenti televisive (come HBO e Netflix), software house di videogiochi (Blizzard Entertainment), celebrità, compagnie di elettronica (Sony) e siti web (Yahoo, LinkedIn etc) non sono state risparmiate da attacchi informatici che hanno colpito la loro integrità. Oggi però può essere che qualcosa sia cambiato.

La risposta della IBM

IBM, una delle compagnie tecnologiche più grandi del mondo, ha dichiarato di aver raggiunto un punto di svolta nel campo della sicurezza informatica. Secondo l’azienda si possono codificare e cifrare su grande scala i dati delle case farmaceutiche, gli ospedali, le banche e qualsiasi agenzia che richiede una forte protezione informatica. A detta di IBM sarà possibile proteggere qualsiasi dato di qualsiasi livello del network, rendendoli quasi impossibili da rubare. Il risultato raggiunto è stato ottenuto grazie alla IBM Z (z14), un mainframe di nuovissima generazione in grado di eseguire più di 12 miliardi di transazioni criptate al giorno.

I mainframe IBM serie Z

È chiaro che in IBM si trovano menti illuminate, capaci di vedere oltre la semplice realtà. Il vice presidente dei sistemi IBM Z, Gururaj S. Rao, in una intervista ha espresso bene il suo modo di vedere il mondo: “Nel terzo millennio i dati sono la nuova moneta di scambio. Non sono altro che l’energia del futuro”, aggiungendo poi che il mondo si sta digitalizzando sempre di più, e per questo inevitabilmente stanno aumentando anche i furti di dati.

Nel frattempo la compagnia di New York nello scorso bilancio annuale (2016) ha riportato un reddito di quasi 80 miliardi di dollari. Una cifra davvero niente male.

Dall’india con furore

Stando alle dichiarazioni della compagnia, pare che dietro lo sviluppo del sistema Z14 ci sia stato il team di hardware e firmware indiano. Si dice inoltre che gli ingegneri impegnati nello sviluppo degli elementi chiavi del sistema fossero circa un centinaio. Oltre alla creazione di circuiti personalizzati e strumenti di sviluppo unici, il team è stato anche responsabile della codifica del firmware di base.

La sede di IBM India

Anche l’unità di crittografia, che è probabilmente l’elemento più importante della macchina, viene dalla stessa India. Secondo S. Rao è grazie a questa unità che il mainframe Z14 ha un livello di sicurezza inimmaginabile. Un mainframe è un computer di grandi dimensioni e con prestazioni superiori ai normali computer. Di solito viene utilizzato dalle grandi compagnie che gestiscono flussi di dati come pagamenti di carte di credito, prenotazione di voli e transazioni bancomat. È simile ad un server, ma con capacità (e dimensioni) ancora più potenti ed elaborate.

Proteggere e mantenere

Secondo IBM il loro nuovo mainframe svolgerà un ruolo chiave nel prossimo futuro, in cui si prevede che la cyber criminalità possa danneggiare l’economia mondiale per un totale di 8 trilioni di dollari entro il 2022. In una recente intervista, il vice presidente S. Rao ha continuato a rassicurare le grandi compagnie: “Non importa se i vostri dati si trovino su un dispositivo cloud, su una applicazione locale o su un vostro sistema. Ovunque si trovino noi potremo proteggerli. IBM è l’unica in grado di offrire questo livello di protezione così avanzato”.

Il team indiano non ha ancora iniziato a vendere il nuovo mainframe della IBM, ma la compagnia si sente molto sicura di sé. Essendo l’India il paese più popolato del mondo, con l’espandersi della digitalizzazione è inevitabile che il numero di transazioni e operazioni digitali aumenti esponenzialmente anche lì. Allo stesso modo è aumentata anche l’esigenza di difendersi al meglio da possibili furti. Per questo motivo non è stato un caso che l’innovazione venisse proprio dal dipartimento dell’IBM India.

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