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La prima unità di droni poliziotto vola nel Regno Unito

Negli ultimi tempi l’utilizzo dei droni si sta espandendo sempre di più. Inizialmente comprati solo da privati cittadini appassionati e in cerca di svago, questa invenzione sta diventando un vero e proprio strumento nelle mani di compagnie e corpi di stato.

Non è nuovo l’annuncio di Amazon che riguarda l’uso di droni automatizzati per spedire pacchi provenienti dall’omonima compagnia direttamente all’acquirente. In altri paesi vengono spedite “al volo” anche pizze e donuts.

L’iniziativa e le proteste

Questa volta la novità arriva dal Regno Unito. Tre forze di polizia locali (di Devon, della Cornovaglia e di Dorset) hanno deciso di cooperare e di creare una unità di droni che fornirà supporto 24 ore su 24 alle operazioni di difesa delle tre località. Sempre più agenzie di sicurezza decidono di adottare dei droni per attività giornaliere di supporto, nonostante alcune proteste dei cittadini.

Proposte del genere infatti erano già state fatte nel 2013 a Seattle e un anno dopo a Los Angeles, ma furono entrambe rifiutate a seguito dell’agitazione cittadina. Ad alcuni anni di distanza oggi i droni hanno decisamente preso il volo, in tutti e due i sensi! Alla fine del 2016 erano più di 346 i dipartimenti di sicurezza del governo degli Stati Uniti che utilizzavano i droni.

Per quanto riguarda il Regno Unito, la polemica è stata molto meno contenziosa. Regolamenti sugli “aeromobili a pilotaggio remoto” erano già noti nel 2010 ed era prevista l’autorizzazione da parte di una autorità specifica. Per arrivare a lanciare unità di droni poliziotti però sono serviti altri 7 anni, anche se il progetto era già pronto nel 2015.

In cosa è attiva questa unità?

Per ora l’unità di droni dell’UK comprende 6 macchine volanti e 5 piloti autorizzati a guidarli, ma per il prossimo anno si prevede un ampliamento del corpo che arriverà a 40 agenti piloti. “I Droni aiuteranno gli agenti a ricercare persone scomparse, fotografare le scene del crimine, rispondere a incidenti stradali, effettuare ricerche sulle coste e nei boschi, nonché a combattere la caccia selvaggia illegale” dice il comandante del dipartimento di pilotaggio droni Jim Nye.

I droni utilizzati saranno un modello di DJI Inspire modificato con un visore termico e telecamera 4K. Anche la controparte americana si affida alla DJI (leader della produzione di droni professionali e di proprietà cinese), perlopiù adottando i modelli Inspire e Phantom. La qualità dei droni di questo marchio infatti è impressionante: il modello Inspire è in grado di raggiungere una velocità in linea orizzontale pari a 108 km/h, mentre la velocità di salita/discesa è intorno i 30 km/h, con una accelerazione che gli consente di raggiungere la velocità di 80 km/h in soli 4 secondi. La struttura è iper resistente con una lega di acciaio e magnesio, mentre la telecamera può registrare video in 4K a 60fps. Il prezzo base è intorno i 3.000€.

Il futuro è oggi

La moda dei droni-poliziotto probabilmente aumenterà nei prossimi anni, diffondendosi inizialmente in tutto il Regno Unito e probabilmente in tutta Europa con i rispettivi tempi di attivazione. Non è da escludersi l’eventualità che questi droni un giorno sostituiscano le tradizionali pattuglie umane, abbassando i costi del governo e migliorando la sicurezza delle strade.

Mentre da un lato ci avviciniamo alla distopia orwelliana abbassando drasticamente il numero di poliziotti umani necessari, con questo progresso si migliorerà anche la possibilità di salvare vite. Nel 2013 un uomo ha avuto un incidente con la sua auto cadendo in un bosco fuori strada; gli uomini della polizia non riuscirono ad identificare la sua posizione nonostante l’intervento simultaneo di unità di terra ed elicotteri. Fu solo grazie all’intervento di un drone con visore termico che l’uomo venne identificato e infine salvato.

La Federal Aviation Administration stima che entro il 2020 saranno circa 30mila i droni che voleranno per i cieli degli Stati Uniti. Insomma, conviene proprio abituarci all’idea di convivere con questi droni, perché ne vedremo volare sempre di più, inevitabilmente anche in Italia.

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